A Castignano, piccolo comune in provincia di Ascoli Piceno, si vive un dolore senza fine. Emanuela Massicci, 45 anni, maestra e madre, è stata uccisa dal marito Massimo Malavolta. La tragedia si è consumata in casa, davanti ai loro due figli.
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Le avvisaglie c’erano. Vicini e conoscenti raccontano di una situazione familiare complicata. “Spesso aveva lividi, ma non denunciava per il bene dei figli”, dice una vicina. Una frase che pesa come un macigno. Sul profilo social di Malavolta spuntano parole inquietanti. Nel 2015, anno della sua prima condanna, aveva pubblicato una foto di famiglia tagliata, lasciando fuori la moglie. Il commento: “Inconsciamente la voglio eliminare. Gli ometti li voglio tutti per me”.
L’assassinio
La mattina del 19 dicembre, Malavolta chiude a chiave la porta della camera da letto. Con calci e pugni uccide la moglie, mentre i figli, di 5 e 10 anni, si trovano in un’altra stanza. Un dramma che sconvolge un’intera comunità.
Massimo Malavolta, operaio con problemi comportamentali e precedenti penali, era già stato condannato nel 2015 per violenze su un’altra donna. La giustizia aveva ridotto la pena in appello, riformulando il reato di atti persecutori in molestia. Sei mesi e venti giorni di reclusione con pena sospesa. Oggi, l’uomo si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Emanuela lascia due figli piccoli, un lavoro che amava e tanti sogni spezzati. La comunità di Castignano si stringe nel dolore. In molti si chiedono se questa tragedia si poteva evitare. Le parole di chi conosceva Emanuela suonano come un monito. “Bisognava intervenire, di avvisaglie ce n’erano tante”. Un grido che arriva troppo tardi.