Lampedusa – Un barchino partito dal porto libico di Zuwara è affondato nelle acque italiane, causando una nuova tragedia nel Mediterraneo. Sette migranti, tra cui un bambino di otto anni, sono stati salvati dalla Guardia di Finanza, ma altre venti persone risultano disperse, tra cui cinque donne e tre bambini.
I sopravvissuti, due siriani, due sudanesi, due egiziani e il bambino, hanno raccontato che il natante è affondato mentre si avvicinava alla costa italiana. Sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola, dove hanno ricevuto assistenza. Le loro condizioni di salute sono state giudicate buone, ma il trauma della tragedia è evidente.
Il bambino, unico superstite della sua famiglia, è stato salvato da un parente che, durante il naufragio, lo ha tenuto stretto per impedirgli di annegare. Durante la traversata, il piccolo avrebbe perso la madre, travolta dalle onde dopo l’affondamento. La famiglia stava tentando di raggiungere la Germania, dove il padre si trovava già. All’hotspot, il bambino è riuscito a parlare con lui grazie a una videochiamata, portando un momento di conforto in una situazione drammatica.
Le operazioni di ricerca proseguono, ma con il passare delle ore si riducono le speranze di ritrovare vivi i venti dispersi. Questo nuovo episodio accende nuovamente i riflettori sull’emergenza migratoria e sulle condizioni disperate in cui migliaia di persone affrontano il viaggio verso l’Europa. Un’altra tragedia che si aggiunge alla lunga scia di vite spezzate nel Mediterraneo.