Roma, 1 gennaio 2025 – Il calciatore belga Stephane Omeonga, noto per aver giocato in Serie A con Genoa e Pescara, ha denunciato un grave episodio avvenuto il giorno di Natale all’aeroporto di Fiumicino. Attraverso un post su Instagram, il centrocampista attualmente in forza al Bnei Sakhnin, squadra del campionato israeliano, ha raccontato di essere stato trascinato con violenza fuori da un aereo diretto a Tel Aviv e successivamente aggredito dagli agenti di polizia.
Secondo il racconto di Omeonga, l’incidente è iniziato quando un assistente di volo ha richiesto l’intervento della polizia per un presunto problema con i suoi documenti. “Ho provato a spiegare che ero un calciatore, un cittadino belga – scrive il giocatore – ma non si sono fermati”. Un video condiviso sui social, girato da un passeggero, mostra gli agenti mentre trascinano il calciatore giù dal volo con una presa al collo.
Accuse di violenza e discriminazione
Una volta a terra, la situazione sarebbe degenerata. “Lontano dagli occhi dei testimoni, la polizia mi ha buttato a terra e picchiato: uno di loro ha premuto il ginocchio contro la mia testa”, prosegue Omeonga nel suo post. Successivamente, il calciatore sarebbe stato ammanettato e trasportato in auto senza ricevere cure mediche nonostante il suo stato di shock.
Omeonga riferisce di essere stato rinchiuso in una “stanza grigia senza cibo né acqua”, un’esperienza che descrive come un’umiliazione profonda. La vicenda è ulteriormente aggravata dalla denuncia, successivamente scoperta, di un agente contro di lui per lesioni personali, un’accusa che il giocatore respinge categoricamente, sottolineando di essere stato ammanettato durante l’arresto.
L’appello contro il razzismo
Stephane Omeonga ha legato il suo messaggio a una riflessione più ampia sulle discriminazioni. “Come essere umano e come padre non tollero nessuna forma di discriminazione. Dobbiamo alzare la voce per educare chi ci circonda”. Secondo il calciatore, l’intervento degli agenti avrebbe avuto una matrice razzista.
L’episodio, corredato dal video pubblicato sui social, ha suscitato un’ondata di indignazione e richieste di chiarimenti. Al momento, non sono pervenute risposte ufficiali dalle autorità italiane in merito a quanto accaduto.