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Capodanno di sangue a New Orleans: una strage di giovani

Pubblicato: 03/01/2025 08:47

New Orleans si risveglia con un bilancio drammatico dopo l’attentato terroristico perpetrato da Shamsud-Din Jabbar nella notte di Capodanno. La città, nota per i suoi festeggiamenti e per l’atmosfera vibrante, si è trasformata in un teatro di morte e disperazione, con un numero di vittime che al momento è fermo a 15, incluso il terrorista, ma che potrebbe salire.

Mentre le autorità continuano il difficile compito di identificare le vittime, emergono le storie di giovani studenti, professionisti, madri e sportivi che avevano deciso di iniziare il nuovo anno a New Orleans, ignari del destino che li attendeva. Le testimonianze dei parenti e degli amici riportano alla luce non solo il dolore ma anche le vite spezzate da un gesto di pura follia.

Le vite spezzate

Tra le vittime, il 28enne Martin “Tiger” Bech, ex giocatore di football della Princeton University e giovane professionista di successo a New York. «Mio figlio era sul tetto del mondo», ha dichiarato la madre Michelle, sottolineando la passione di Martin per la vita e le sue numerose aspirazioni.

Anche la 18enne Nikyra Cheyenne ha lasciato un vuoto incolmabile. Studentessa di infermieristica, era descritta dalla madre Melissa come «una persona gentile e molto amata». Nikyra ha perso la vita a Bourbon Street, nonostante le preoccupazioni della madre, che aveva cercato di dissuaderla dal recarsi in una delle zone più caotiche della città.

Un’altra giovane promessa era Kareem Badawi, 18 anni, che frequentava l’Università dell’Alabama, e il 21enne Hubert Gauthreaux, entrambi della Louisiana. Tra loro, anche Drew Dauphin, laureato alla Auburn University nel 2023, che aveva grandi prospettive per il futuro.

Madri, padri e figli senza più un domani

Reggie Hunter, 37 anni, è una delle vittime più anziane. Padre di due bambini, Landon e Christian, Reggie era «l’anima della festa» e un uomo amato da tutti, come racconta la cugina Shirell Jackson. La sua scomparsa lascia una famiglia distrutta e un futuro pieno di sogni mai realizzati.

La 27enne Nicole Perez, madre di un bimbo di 4 anni, è un’altra vittima di questa tragedia. Promossa di recente a manager, Nicole era «bella e piena di vita», ha dichiarato il suo datore di lavoro Kimberly Usher-Fall.

L’ultimo abbraccio e il silenzio della disperazione

Tra le vittime c’è anche Matthew Tenedorio, 25 anni, esperto di fibra ottica e video presso il Superdome di New Orleans. «Un ragazzo con un potenziale senza limiti», ricordano i genitori Louis e Cathy. L’ultima volta che l’hanno visto è stata a cena, la vigilia di Capodanno. Il messaggio che avevano chiesto di ricevere al suo rientro non è mai arrivato.

Louis e Cathy raccontano la straziante attesa al centro di ricongiungimento dell’University Medical Center, in una stanza colma di preoccupazione, urla e pianti. «Non dimenticheremo mai la scena di caos e carneficina descritta dagli amici di nostro figlio», hanno dichiarato con dolore.

Un Capodanno che New Orleans non dimenticherà mai

La tragedia che ha colpito New Orleans è un monito sull’impatto devastante del terrorismo. Dietro ogni nome c’è una storia, una famiglia spezzata, una comunità in lutto. Le vittime, ricordate con amore e dolore dai loro cari, rimangono molto più che numeri in una triste statistica: sono vite spezzate che meritano di essere onorate.

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