Il telefono suona. Una voce all’altro capo dice: «Pronto? Siamo i carabinieri». Ma è tutta una messa in scena. Questa è la nuova truffa che sta girando da Piacenza fino alla Sardegna, colpendo chiunque, senza fare distinzioni.
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Un ex poliziotto di Piacenza ha raccontato la sua esperienza. È successo poco dopo pranzo. Una voce maschile, con tono incerto, si è presentata come un colonnello, chiamando dal numero del centralino dei carabinieri. «Mi ha chiesto se avessi subìto tentativi di truffa», spiega l’uomo. La domanda però veniva riformulata più volte, come se volesse costringerlo a dire “sì”.
Hanno adescato il pensionato sbagliato
Il pensionato non si è fatto ingannare. Ha chiesto di essere convocato in caserma per eventuali domande, ma il truffatore ha riattaccato. Insospettito, ha chiamato il 112 e ha scoperto che il numero era stato clonato.
Non è un caso isolato. A Fano, Rimini e Nuoro episodi simili sono stati segnalati. A Tortolì, un uomo ha ricevuto una chiamata da un falso carabiniere, che lo avvisava di una presunta indagine contro direttori di banca truffaldini. Il truffatore ha tentato di fargli fare un bonifico da centomila euro. L’uomo ha capito il rischio e ha contattato i veri carabinieri, evitando il peggio.
La tecnica dello spoofing
La tecnica dietro queste truffe si chiama “spoofing”. Permette ai criminali di far apparire numeri affidabili sul display della vittima. Così, fingono di essere banche, enti pubblici o forze dell’ordine. L’obiettivo è ottenere dati personali, credenziali di accesso o informazioni bancarie.
Se ricevete una chiamata sospetta, il consiglio è di non rispondere mai “sì”. Non richiamate il numero e, se avete dubbi, contattate il 112 da un altro telefono. Lo spoofing potrebbe mantenere aperta la linea, permettendo ai truffatori di intercettare nuove chiamate.
Massima attenzione, dunque. La prudenza è la prima difesa contro questi raggiri.