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Cosenza, muore a 48 anni dopo aver atteso l’ambulanza per 3 ore: la Procura apre un’indagine sul caso di Serafino Congi

Pubblicato: 08/01/2025 08:20

Una tragedia che si poteva evitare quella che ha colpito Serafino Congi, un uomo di 48 anni, papà di due bambine, che ha perso la vita durante un tragico trasferimento in ambulanza. Il 4 gennaio a Celico, nel Cosentino, un arresto cardiaco ha stroncato la sua vita dopo oltre tre ore di attesa in Pronto soccorso. Tutto per una serie di sfortunate circostanze che hanno mostrato il lato più drammatico della sanità in alcune zone d’Italia.
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Serafino è arrivato nel pomeriggio del 4 gennaio al pronto soccorso di San Giovanni in Fiore. La sua condizione era grave e il personale ha deciso di trasferirlo d’urgenza in un ospedale più attrezzato. Purtroppo, in quel momento, non c’erano medici disponibili. L’unico anestesista in servizio era impegnato in un’altra emergenza e non poteva seguire il 48enne durante il trasferimento. L’elisoccorso, poi, non poteva decollare per via della scarsa visibilità in quella zona montuosa. Così, Serafino è stato costretto ad attendere, immobile, per ben tre ore, prima che l’ambulanza partisse da Cosenza.

La morte in ambulanza

Sfortunatamente, durante il tragitto, la situazione è precipitata. Poco prima di arrivare a Celico, l’uomo ha avuto un arresto cardiaco e, nonostante gli sforzi dei soccorritori, è morto sulla lettiga dell’ambulanza. La sua morte è stata un colpo devastante per la famiglia e ha suscitato indignazione in tutta la comunità. I familiari di Serafino hanno deciso di presentare un esposto, dando il via a un’inchiesta della Procura di Cosenza.

L’interrogazione parlamentare dei 5 Stelle

Il caso ha sollevato molte polemiche, tanto che il Movimento 5 Stelle ha deciso di intervenire con un’interrogazione parlamentare. Gli esponenti del M5S hanno definito «gravissima e inaccettabile» la morte del 48enne. «La sopravvivenza delle persone non può dipendere dal luogo in cui risiedono», hanno scritto i rappresentanti del movimento. «Il sistema dell’emergenza-urgenza deve garantire risposte rapide anche nelle aree montane della Calabria, dove situazioni come questa non possono ripetersi».

Serafino Congi, un uomo che stava lottando per la vita, è diventato il simbolo della difficoltà del sistema sanitario in alcune zone del paese. La sua morte ha messo in luce le criticità di un sistema che non sempre riesce a rispondere alle esigenze di chi si trova in situazioni di emergenza. Ora, si spera che la giustizia possa fare luce su quanto accaduto e che questa tragedia non venga dimenticata.

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