Un episodio di violenza inaudita ha visto per protagonista Francesca Paxia, presidente dell’associazione di volontariato Sulle orme di Enea, che domenica 5 gennaio è stata aggredita e malmenata da un gruppo di cacciatori nel suo rifugio alle porte di Perugia. Coinvolta anche la figlia minorenne, Norah, molestata verbalmente durante l’accaduto.
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L’irruzione dei cani da caccia e il caos al rifugio
Il dramma si è consumato quando una muta di cani da cinghiale ha invaso l’area del rifugio, scatenando il panico tra gli animali ospitati: cani malati, gatti, conigli, capre e pecore. «Eravamo a pranzo, quando i cani hanno circondato i recinti, causando caos totale», ha raccontato Paxia sui social. Durante l’episodio, un cane del rifugio ha avuto un grave attacco epilettico, mentre gli altri animali, terrorizzati, si sono sparpagliati.
Francesca e sua figlia hanno cercato i cacciatori per avvisarli del disastro, ma la loro richiesta di aiuto è stata accolta con risate e insulti. Decisa a documentare la situazione, la donna ha iniziato a filmare e registrare la targa di un veicolo, ma questo ha scatenato la reazione violenta di un cacciatore che l’ha aggredita fisicamente, colpendola con un ombrello e tentando di investirla con l’auto.
Il racconto della violenza e le conseguenze per gli animali
«Le pecore correvano impazzite, i cani avevano attacchi di panico e uno dei nostri epilettici ha rischiato la vita», ha scritto Paxia su Facebook, denunciando il trauma subito da lei, da sua figlia e dagli animali. L’aggressione è stata parzialmente filmata da un’amica presente, che ha anche allertato i carabinieri. Tuttavia, l’arrivo delle forze dell’ordine è stato tardivo e la situazione è degenerata senza che nessuno intervenisse.
Francesca Paxia ha espresso profonda amarezza per l’accaduto, sottolineando l’incompetenza dei cacciatori nella gestione dei propri cani. «Uno dei loro cani, ferito gravemente, è stato semplicemente gettato nel cassone del pickup, piangendo per il dolore. È inammissibile», ha dichiarato a La Nazione. L’associazione intende proseguire con la denuncia, chiedendo giustizia per l’aggressione e per i traumi inflitti agli animali, che continuano a manifestare segni di paura e stress.