Si sono aggravate le condizioni di Oliviero Toscani, celebre fotografo di 82 anni, attualmente ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno, dal 10 gennaio. A confermare la notizia è stata la moglie, Kirsti Moseng, con cui Toscani è sposato da oltre 50 anni. “Sembra una strada senza ritorno”, ha dichiarato, lasciando trapelare la gravità della situazione.
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Secondo quanto riportato, Toscani non sarebbe più cosciente. Da tempo le sue condizioni di salute erano compromesse, a causa di una diagnosi di amiloidosi, una rara e incurabile malattia che aveva reso pubblica nell’agosto 2024. “Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all’improvviso ne avevo 80”, aveva raccontato lo stesso fotografo in un’intervista. In quell’occasione aveva spiegato di convivere con l’incertezza sul tempo che gli restava, ma aveva anche dichiarato di non temere la morte: “Non ho paura, basta che non faccia male”.
Toscani e Kirsti Moseng sono genitori di tre figli, Rocco, Lola e Ali. Il fotografo è anche padre di altri tre figli, Alexandre, Olivia e Sabina, avuti da precedenti relazioni. La sua malattia aveva già cambiato profondamente il suo stile di vita, ma è stato il recente peggioramento delle sue condizioni a rendere necessario il ricovero. La famiglia e il mondo dell’arte seguono con apprensione gli sviluppi di questa situazione.
Queste parole, intense e profonde, testimoniano il coraggio con cui Toscani affronta questa difficile battaglia. Il celebre fotografo Oliviero Toscani, 82 anni, è stato ricoverato nella mattinata del 10 gennaio all’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno. Purtroppo è in gravi condizioni. Il ricovero è legato all’aggravarsi di una malattia rara e incurabile, l’amiloidosi, diagnosticata due anni fa al fotografo.
Durante la sua permanenza in ospedale, Toscani ha ricevuto la visita del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Lo scorso agosto, il fotografo aveva pubblicamente rivelato la sua malattia, dichiarando di aver perso 40 chili in un anno e di non sapere quanto tempo gli restasse da vivere.
L’amiloidosi è un gruppo di malattie rare caratterizzate dall’accumulo anomalo di proteine nei tessuti, che può causare danni agli organi e portare a gravi conseguenze, incluso il decesso. Fa parte di questa categoria la malattia che affligge Oliviero Toscani, 82 anni, attualmente ricoverato al pronto soccorso all’ospedale di Cecina (Livorno) in gravi condizioni.
Si tratta di una patologia incurabile, la cui diagnosi era stata resa pubblica dal fotografo nell’agosto scorso. Ne esistono di diversi tipi e in Italia colpisce circa 800 persone l’anno. Nel caso di Oliviero Toscani, la malattia si è manifestata improvvisamente con difficoltà nella deambulazione, portando inizialmente a sospettare un problema cardiaco.
Esistono molte forme di amiloidosi (in corrispondenza di 40 proteine amiloidogeniche), ma le più comuni sono la AA e la AL: nella forma AA la proteina di accumulo è definita amiloide sierica A e la patologia è legata a infiammazione cronica, in quella AL si riscontrano invece depositi derivanti da frammenti delle immunoglobuline, in particolare delle loro catene leggere. L’amiloidosi AL è una malattia di pertinenza ematologica e si associa alla presenza di malattie linfoproliferative, in particolare il mieloma multiplo, talvolta anche in forma pre-sintomatica o di gammopatia monoclonale di significato incerto (detta MGUS, monoclonal gammopathy of undetermined significance).
L’amiloidosi, in tutte le sue varianti, è caratterizzata dalla presenza di una proteina con un ripiegamento anomalo (le proteine sono lunghe catene molecolari che si ripiegano assumendo una specifica conformazione, che è fondamentale per garantire il corretto funzionamento di ogni proteina, come riportano gli MSD Manuals online). La proteina alterata tende ad aggregarsi e ad accumularsi nei tessuti corporei, formando depositi di amiloide. Questi depositi sono costituiti da fibre proteiche anomale che l’organismo non riesce a degradare facilmente, e così compromette la funzionalità normale degli organi interessati. Le proteine coinvolte sono prodotte dall’organismo stesso e non derivano dall’alimentazione. In certi casi, si sviluppano in associazione ad altre patologie, come la tubercolosi o l’artrite reumatoide.