Vai al contenuto

Latte, nuovo scandalo: gli effetti dell’additivo che riduce le emissioni di metano delle mucche. Le marche coinvolte

Pubblicato: 13/01/2025 11:39
Bovaer

Se uno volesse metterla sul ridere direbbe: “Sostanzialmente vogliono far scorreggiare meno le mucche“. Per esser seri, perché lo si deve essere visti i potenziali rischi per la nostra salute, raccontiamo di questo nuovo scandalo scoppiato in Inghilterra e che è pronto a travolgere tutta l’Europa e non solo, Italia compresa. L’oggetto del contendere è il latte prodotto da mucche che hanno ingerito un additivo in grado di ridurne le emissioni di metano. Come spiega Il Salvagente che riporta la notizia, l’additivo in questione si chiama Bovaer, è prodotto da DSM Nutritional Product Ltd e promette di ridurre le emissioni di metano enterico delle vacche da latte fino al 30%. “Questo prodotto, da aprile 2022 è stato autorizzato dalla Commissione Europea come additivo nell’alimentazione animale in UE. A maggio scorso anche la Food & Drug Administration (Fda) ha affermato di non avere dubbi sulla efficacia (effetto previsto) dell’additivo e ritiene che abbia un basso rischio per l’uomo al dosaggio consigliato, ossia di 60-80 mg per kg di sostanza secca della razione per le vacche in lattazione”. Però non tutti sono dello stesso avviso.
Leggi anche: “Stimola la crescita dei tumori”. Ecco l’incredibile scoperta su un alimento di uso quotidiano

Mercato del latte a rischio crisi: entro giugno stimato il 30% in meno di mucche in Lombardia

La polemica riguarda infatti le sostanze contenute da questo additivo e i possibili effetti sull’uomo. Spiega Antonella Giordano: “Bovaer è composto da biossido di silicio, glicole propilenico e dal composto organico 3-nitroossipropanolo (noto come 3-NOP)“. I dubbi riguardano proprio quest’ultimo principio attivo che, secondo la Food Standards Agency del Regno Unito, “pur essendo sicuro da usare negli additivi per mangimi e non corrosivo per la pelle, deve essere considerato corrosivo per gli occhi, irritante per la pelle e potenzialmente dannoso per inalazione“. La vera tempesta mediatica, però, è scoppiata quando la grande multinazionale Arla Foods, che annovera il latte Cravendale e il Lurpak tra i suoi prodotti più popolari, ha annunciato pubblicamente una sperimentazione di 90 giorni nel Regno Unito di Bovaer negli allevamenti, in partnership con i colossi della vendita al dettaglio Morrisons, Tesco e Aldi. E in Italia?

Il dibattito quindi ora è tra chi sostiene che il Bovaer non faccia male all’uomo e sia un beneficio per l’ambiente e chi sostiene l’esatto opposto. La questione, dicevamo, sta divampando in tutta Europa, Italia compresa. Sempre stando a quanto riferisce Il Salvagente, anche nel nostro Paese sono state realizzate alcune prove sull’utilizzo di Bovaer nei bovini da latte, come quella condotta nella stalla sperimentale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Piacenza (CERZOO), per conto di Parmalat che dovrebbe essere la prima azienda lattiero-casearia a sperimentare in Italia questa innovazione.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure