
Meta, l’azienda che gestisce Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato un cambio di rotta significativo nelle sue policy interne e nelle regole per i contenuti sulle piattaforme. Il nuovo orientamento riguarda in particolare i temi legati alle minoranze etniche, alla comunità LGBTQIA+ e alle categorie protette dalle politiche di Diversity e Inclusion. Secondo un reportage del New York Times, firmato da Mike Isaac, Sheera Frenkel e Kate Conger, la trasformazione sarebbe stata decisa in poche settimane su indicazione diretta di Mark Zuckerberg, CEO dell’azienda.
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Stop alle iniziative su Diversity e Inclusion
Il primo segnale del cambiamento è stato l’annuncio dell’abbandono del lavoro sui temi di Diversity e Inclusion. Tra le decisioni più discusse figura la rimozione di tamponi e assorbenti per il ciclo dai bagni maschili, una misura che era stata adottata per tutelare i dipendenti non binari o in fase di transizione di genere.
Hateful Conduct al posto di Hate Speech
Le nuove policy per i contenuti segnano un distacco netto dal passato. Il termine Hate Speech sarà sostituito da Hateful Conduct, con un ampliamento dei margini di tolleranza per espressioni che in precedenza sarebbero state rimosse. Secondo le prime indiscrezioni, sarà possibile associare malattie mentali e orientamento sessuale, una modifica che ha generato perplessità tra i dipendenti.
Confusione interna e critiche sulle nuove regole
Molti dipendenti hanno segnalato contraddizioni nelle regole interne, rendendo complessa l’applicazione delle nuove direttive. Inoltre, secondo 404 Media, Meta avrebbe deciso di rimuovere sfondi e colori legati alla comunità trans e non-binaria nelle chat di Messenger, una scelta che alimenta ulteriori polemiche. Le nuove policy riflettono un cambio di paradigma non solo per i contenuti sulle piattaforme, ma anche per la cultura aziendale di Meta, con effetti che potrebbero rivelarsi decisivi per il futuro dell’azienda e delle sue relazioni con gli utenti.