
Potrebbe esserci una svolta nel caso del Mostro di Firenze, che tra il 1968 e il 1985 ha terrorizzato l’Italia con otto duplici omicidi. Il penalista Alessio Tranfa, incaricato da un parente anonimo di una delle vittime, ha depositato una memoria alla Procura per chiedere nuovi accertamenti su un vecchio sospettato, noto come l’“Uomo del Mugello”.
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Chi è l’ “Uomo del Mugello”
L’individuo, originario di Scarperia, era finito sotto i riflettori nel 1984, durante le indagini sul delitto di Vicchio. Gli inquirenti lo avevano interrogato e avevano raccolto testimonianze che lo collegavano a una Beretta calibro 22, l’arma usata dal Mostro. Alcuni testimoni affermarono di averlo visto con una pistola simile e persino con due proiettili già sparati. Tuttavia, questo sospettato non venne mai inserito nell’elenco ufficiale della Squadra Anti Mostro (SAM).
Le nuove richieste di indagine
Il legale Tranfa e il suo consulente Paolo Cochi hanno chiesto alla Procura di acquisire prove rilevanti per approfondire questa pista. Tra gli elementi ci sono le impronte papillari e tracce di DNA sull’arma del delitto e su altri oggetti collegati al sospettato; le fotografie degli anni Ottanta per una nuova perizia antropometrica; le bobine contenenti registrazioni di telefonate minatorie fatte alla caserma di Borgo San Lorenzo e alla magistrata Silvia Della Monica nel periodo dei delitti.
Cochi ha anche acquistato una macchina da scrivere dal figlio dell’“Uomo del Mugello”. Sulla macchina, utilizzata per inviare lettere minatorie, è stata rilevata una macchia compatibile con sangue. Il consulente ha richiesto un’analisi del DNA per verificare un eventuale collegamento con il killer.
Testimonianze e indizi
Alcuni testimoni dell’epoca hanno dichiarato di aver visto l’“Uomo del Mugello” vicino ai luoghi degli omicidi, sia nel delitto Scopeti del 1985 sia nei pedinamenti precedenti. Una confidenza di Stefania Pettini, vittima del 1974, alla sorella indica che la ragazza si sentiva seguita da un uomo con una macchina rossa, una descrizione che corrisponderebbe al sospettato.
La revisione del caso Vanni
Parallelamente, gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo hanno chiesto la revisione della condanna di Mario Vanni, uno dei “compagni di merende”, morto nel 2009. Tra i nuovi elementi presentati alla Corte d’appello di Genova c’è una consulenza di entomologia forense che retrodata l’omicidio di Scopeti al venerdì sera, non alla domenica come riportato dalle sentenze. Il caso del Mostro di Firenze resta uno dei misteri più intricati della cronaca italiana. Le nuove indagini potrebbero finalmente portare chiarezza su crimini che ancora oggi scuotono l’opinione pubblica.