
L’amministrazione Trump, appena insediata, punta a risolvere la crisi in Ucraina con un approccio aggressivo e non convenzionale. Fonti vicine alla Casa Bianca rivelano che il presidente intende convincere Putin a negoziare, utilizzando un mix di pressione militare e diplomatica.
Una telefonata a Putin per avviare il dialogo
Donald Trump intende contattare il leader del Cremlino nei prossimi giorni. Il suo obiettivo è fermare la guerra in Ucraina, proponendo un congelamento del fronte senza riconoscimenti dei territori occupati dai russi. Il piano include la possibilità di uno scambio di territori, con Mosca che potrebbe ottenere Kursk in cambio della restituzione di Zaporizhzhia, la cui centrale nucleare rappresenta un grave rischio per la sicurezza.
Sul tema dell’ingresso di Kiev nella Nato, Trump manterrà una posizione prudente. Pur evitando concessioni dirette a Putin, non sosterrà attivamente la candidatura ucraina, ritenendola prematura, una posizione simile a quella del suo predecessore Biden.

Armi senza limiti per Kiev
Se Putin rifiuterà il dialogo, Trump è pronto a incrementare gli aiuti militari a Kiev. Si ipotizza un prestito illimitato per l’acquisto di armi americane, sul modello del Piano Marshall o del sistema Cash & Carry usato durante la Seconda guerra mondiale. Questo meccanismo garantirebbe che i finanziamenti restino negli Stati Uniti, con i soldi destinati direttamente alle aziende produttrici, riducendo il rischio di corruzione. Zelensky avrà accesso illimitato alle armi, aumentando la pressione su Mosca.
Più investimenti nella NATO e sfida all’Europa
Trump chiederà ai membri della Nato di destinare il 5% del PIL alla difesa, puntando realisticamente a ottenere un aumento tra il 3% e il 3,5%. Questa richiesta rappresenta una sfida importante per Paesi come l’Italia, ancora lontana dall’obiettivo del 2% fissato nel vertice di Cardiff.

Parallelamente, Trump continuerà a ignorare la UE, preferendo dialogare direttamente con gli Stati nazionali. Questa strategia pone una questione delicata per la premier italiana Giorgia Meloni, che dovrà scegliere se utilizzare il suo rapporto privilegiato con il Presidente Usa per negoziare condizioni vantaggiose per l’Italia o cercare di rappresentare un ponte tra Washington e Bruxelles.
Le pressioni su Groenlandia e Panama
Le minacce contro Groenlandia e Panama sono parte di una strategia negoziale per raggiungere obiettivi concreti. Gli Stati Uniti vogliono una maggiore apertura della Groenlandia alla presenza militare americana e il controllo delle rotte artiche, mentre a Panama intendono estromettere la Cina dalla gestione del Canale, fondamentale per il traffico commerciale statunitense.
Una strategia audace e controversa
La nuova amministrazione punta su una politica estera aggressiva, combinando negoziati diplomatici e pressioni economico-militari. La telefonata a Putin e il piano per l’Ucraina segnano l’inizio di una strategia globale che mira a rafforzare la posizione degli Stati Uniti, sia in Europa che nei confronti di Cina e Russia.