Vai al contenuto

Le acque potabili in Italia sono contaminate da sostanze cancerogene

Pubblicato: 22/01/2025 23:14

Allarme PFAS: acqua potabile contaminata in tutta Italia, Greenpeace chiede interventi immediati

Un’indagine condotta da Greenpeace Italia, denominata “Acque Senza Veleni”, ha rivelato una diffusa contaminazione dell’acqua potabile in Italia da parte delle sostanze poli- e per-fluoroalchiliche (PFAS). L’analisi, condotta su 260 campioni raccolti tra settembre e ottobre 2024 in 235 città, ha evidenziato la presenza di queste sostanze nel 79% dei casi, con concentrazioni particolarmente alte in diverse regioni italiane.

Sostanze tossiche nell’acqua potabile

I composti più diffusi rilevati nell’indagine sono:

  • PFOA (acido perfluoroottanoico), riconosciuto come cancerogeno, presente nel 47% dei campioni;
  • TFA (acido trifluoroacetico), rilevato nel 40% dei campioni;
  • PFOS (acido perfluorottansolfonico), anch’esso considerato potenzialmente cancerogeno, trovato nel 22% dei casi.

Greenpeace denuncia: “Emergenza ignorata”

L’allarme lanciato da Greenpeace è chiaro: milioni di persone in Italia stanno bevendo acqua contaminata. Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento dell’associazione, ha denunciato la totale mancanza di una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione dei PFAS, nonostante sia ormai provato il loro impatto negativo sulla salute.

“È inaccettabile che, nonostante le prove sui danni alla salute causati dai PFAS, alcuni dei quali riconosciuti come cancerogeni, il nostro governo continui a ignorare questa emergenza”, ha dichiarato Ungherese. “Azzerare questa contaminazione è un imperativo non più rinviabile. Il governo Meloni deve rompere il silenzio: la popolazione ha diritto a bere acqua pulita, libera da veleni e contaminanti”.

I rischi per la salute

I PFAS, noti anche come “sostanze chimiche per sempre”, sono estremamente persistenti nell’ambiente e nel corpo umano. Secondo l’European Environment Agency, il loro utilizzo è ampio e riguarda prodotti di uso quotidiano come:

  • Padelle antiaderenti
  • Impermeabili e giacche tecniche
  • Rivestimenti di contenitori per alimenti
  • Vernici e schiume antincendio

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha fissato una soglia di sicurezza per i principali PFAS, indicando una dose settimanale tollerabile di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo. Tuttavia, studi più recenti suggeriscono che anche a dosi inferiori queste sostanze possano provocare danni al fegato, malattie tiroidee, obesità, problemi di fertilità e persino tumori.

Le aree più colpite in Italia

L’indagine ha individuato livelli preoccupanti di PFAS in diverse zone del Paese. In particolare, la contaminazione è stata rilevata in:

  • Lombardia (Milano e altre città)
  • Piemonte
  • Veneto (Vicenza, Padova, Rovigo, Arzignano)
  • Emilia-Romagna (Ferrara, Comacchio, Reggio Emilia)
  • Liguria (Genova, Rapallo, Imperia)
  • Toscana (Arezzo, Lucca, Prato)
  • Sardegna (Olbia, Sassari, Cagliari)
  • Umbria

Greenpeace denuncia che, nonostante la gravità della situazione, i controlli sulle acque potabili sono limitati e insufficienti.

Una direttiva europea insufficiente

A partire dal 2026, l’Italia sarà obbligata ad adeguarsi alla direttiva europea 2020/2184, che impone limiti normativi per la presenza di PFAS nelle acque potabili. Tuttavia, secondo Greenpeace, questi parametri sono ormai superati dalle più recenti evidenze scientifiche e non garantiranno una protezione adeguata alla salute pubblica.

Anche l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha espresso preoccupazione, sostenendo che i limiti attualmente in discussione potrebbero non essere sufficienti a proteggere i cittadini.

L’appello di Greenpeace: azione immediata

L’associazione ambientalista chiede un intervento urgente da parte del governo italiano, affinché venga approvata una legge che vieti l’uso e la produzione dei PFAS e vengano intensificati i controlli sulla qualità dell’acqua potabile.

“Non possiamo più aspettare. Serve un piano nazionale per eliminare i PFAS dalle nostre acque e garantire ai cittadini il diritto a un’acqua sicura”, conclude Ungherese.

Conclusione

L’indagine “Acque Senza Veleni” di Greenpeace ha rivelato un quadro allarmante sulla qualità dell’acqua potabile in Italia, con milioni di persone esposte a sostanze tossiche senza che vi siano norme efficaci per limitarne la presenza. La speranza è che il governo italiano prenda presto provvedimenti per proteggere la salute pubblica e garantire il diritto all’acqua pulita e sicura.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure