
Secondo fonti autorevoli, la presidente della Commissione Europea potrebbe essere uscita indenne dallo scandalo dei vaccini.
In un verdetto che farebbe discutere, la Corte d’Appello di Liegi avrebbe dichiarato “inammissibile” la causa intentata contro Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, legata ai controversi messaggi di testo scambiati con Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, durante le negoziazioni per i vaccini anti-Covid.
L’accusa, presentata dall’ex lobbista belga Frédéric Baldan, sosteneva che vi fosse un illecito nella gestione delle trattative, ma secondo i giudici non sarebbe stato dimostrato alcun “danno personale” per giustificare l’azione legale. Baldan, già protagonista di una causa analoga respinta nel 2023 a Bruxelles, non sarebbe riuscito a fornire prove sufficienti per proseguire l’accusa.
Questo caso si inserirebbe in un contesto di acceso dibattito sulla trasparenza delle negoziazioni UE per i vaccini anti-Covid. Nel luglio 2024, il Tribunale dell’Unione Europea aveva già criticato la Commissione per la mancanza di trasparenza sui contratti di acquisto dei vaccini, aggiungendo benzina sul fuoco di una questione che tiene banco da mesi. Parallelamente, il New York Times avrebbe portato avanti una causa contro la Commissione per ottenere l’accesso ai messaggi di testo incriminati.
La notizia è stata riportata da Barron’s e confermata da altre fonti autorevoli, tra cui l’agenzia Agence France-Presse (AFP). Quest’ultima, una delle più antiche e rispettate agenzie di stampa al mondo, fondata nel 1835 e con sede a Parigi, è rinomata per la sua copertura affidabile e approfondita degli eventi internazionali. La loro conferma aggiungerebbe ulteriore peso e credibilità alla vicenda, sottolineando l’importanza di una maggiore trasparenza nelle istituzioni europee.
Ad oggi, in Italia, questa notizia non ha trovato ancora spazio nei media principali, ma è destinata a sollevare dibattiti e reazioni nell’opinione pubblica.