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“Lobby ecologiste pagate segretamente”. Scandalo in Europa: “Ecco come truccavano le carte”

Pubblicato: 24/01/2025 16:07
Timmermans-gate

Qua viene giù il Green. E c’è già chi parla di Timmermans-gate. A Bruxelles è scoppiato uno scandalo ecologista. A lanciare la bomba è stato il quotidiano olandese De Telegraaf. Secondo una loro indagine, la Commissione Europea avrebbe impiegato dei fondi UE per finanziare svariate Ong ambientaliste con lo scopo di fare lobbismo del Green Deal. Secondo il giornale olandese, Bruxelles avrebbe “utilizzato denaro da un fondo per sussidi climatici e ambientali da miliardi di euro” per sostenere economicamente le attività di ben 185 associazioni ambientaliste, unite in una “lobby ombra” per promuovere la contestata Nature Restoration Law, voluta dal commissario europeo per il clima Frans Timmermans. Ma come ha funzionato il sistema?
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Tutto questo sarebbe stato possibile grazie a un sistema sofisticato ed efficiente, che vedeva liste di politici da contattare, e prevedeva che le associazioni foraggiate rendicontassero i loro risultati. Viene dunque citato il caso di European Environmental Bureau, che ha ricevuto l’incarico di riferire di almeno 16 casi in cui la loro attività abbià facilitato la legislazione “green” nel parlamento europeo. L’eurodeputato olandese Dirk Gotink, in seguito alla notizia, ha dichiarato: “Questa non è una campagna diffamatoria contro il movimento ambientalista. Ovviamente è loro diritto fare lobbying, il problema è l’atteggiamento della Commissione europea. Ora vorrei sapere se questo tipo di attività è avvenuto anche su altri temi come la migrazione”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia, che ha dichiarato: “Una situazione davvero preoccupante, su cui è necessario fare luce e andare a fondo per capire se Bruxelles ha agito in maniera irregolare per imporre politiche ambientali attraverso l’illegalità. Generando i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti, attraverso finanziamenti a lobby ecologiste, esponenti politici e addirittura Paesi interi per orientare decisioni e politiche in materia ambientale, un vero e proprio Timmermans-gate”.

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