
Una condanna epocale ha scosso gli Stati Uniti e tutto il mondo dei farmaci. La famiglia Sackler e la loro azienda farmaceutica Purdue Pharma dovranno pagare 7,4 miliardi di dollari per “la crisi degli oppioidi” che ha provocato, si stima, centinaia di migliaia di morti e portato alla tossicodipendenza milioni di americani. Si tratta del più consistente dei vari accordi che hanno visto coinvolte diverse aziende farmaceutiche e catene di farmacie, per la produzione e distribuzione di questi farmaci ad altissimo rischio di assuefazione. È stato quindi riconosciuto il ruolo dominante di Purdue nella creazione della “pandemia da oppioidi“.
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L’ufficio del procuratore generale di New York Letitia James ha spiegato in un comunicato che l’accordo da 7,4 miliardi di dollari rappresenta un risarcimento record dovuto per l’antidolorifico che ha reso dipendente un milione di americani, è stato stabilito “in linea di principio con i membri della famiglia Sackler e la loro azienda Purdue Pharma per il loro ruolo determinante nel creare la crisi degli oppioidi“. Come riferisce Repubblica, “la famiglia cederà il controllo della compagnia, il cui board verrà formato da Stati ed entità che hanno fatto causa, e non potrà più vendere oppioidi negli Usa“. Purdue e altri produttori e distributori di oppioidi sono stati accusati di “incoraggiare la prescrizione libera dei loro prodotti, attraverso strategie di marketing spregiudicate e allo stesso tempo nascondendo consapevolmente i rischi correlati all’assunzione di questi farmaci“.

L’OxyContin, l’oppioide di punta prodotto e commercializzato fin dagli anni Novanta dall’azienda Purdue, è considerato responsabile della morte per overdose di centinaia di migliaia di persone. Inoltre, secondo una stima del Dipartimento di Giustizia, più di un milione di persone ne avrebbe abusato. Pazienti in cerca di sollievo dal dolore erano ridotti a zombie e rimasti intrappolati nella dipendenza.