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Caso Orlandi, parla il vicepresidente della commissione parlamentare: “Pista prevalente, rapimento a scopo sessuale”

Pubblicato: 03/02/2025 19:51

Un mistero che dura da oltre quarant’anni e che continua a tormentare chi cerca la verità. La commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori ha raggiunto le trenta audizioni, ma il lavoro è ancora lungo. «In questa vicenda c’è qualcosa di cattivo e ancora operante», dichiara Roberto Morassut, deputato del PD e vicepresidente della commissione. «La verità a volte è tanto semplice quanto terribile».

Morassut sottolinea l’importanza di fare chiarezza su una vicenda che non è solo un caso di cronaca, ma un dovere morale per l’intero Paese. «Cercare la verità su di loro non è un gioco di società, ma un dovere morale e politico».

Indagini e filoni di inchiesta

Dopo quasi un anno di lavoro, il bilancio della commissione è positivo, seppur complesso. «Sono passati decenni, molte persone chiave non ci sono più. Bisogna raccogliere una quantità incredibile di documenti e affrontare la memoria labile di alcuni testimoni». Morassut evidenzia il contributo essenziale di una squadra di consulenti esperti, pur lamentando la perdita di figure importanti come Andrea Purgatori e Fiore De Rienzo.

Sul fronte investigativo, si stanno esaminando diverse piste, dalla dimensione internazionale al ricatto finanziario. «Nulla le prova con chiarezza, ma nulla le esclude», spiega Morassut, aggiungendo che personalmente ritiene più credibile l’ipotesi di un rapimento a sfondo sessuale. «Se emergessero elementi nuovi, sarei pronto a ricredermi».

Reticenze e audizioni

Quanto alla possibilità che alcuni testimoni abbiano omesso informazioni, Morassut è cauto. «Reticenze è un brutto termine. Essere interrogati davanti a 30-40 persone può mettere in difficoltà, tra lacune di memoria e prudenza. Ma sappiamo distinguere chi è in buona fede da chi cerca di nascondere qualcosa».

Si discute anche dell’introduzione dell’escussione sotto giuramento, una prassi dei processi penali che obbligherebbe i testimoni a dire la verità. «Se necessario, lo utilizzeremo senza esitazioni. È un dovere verso le famiglie e i cittadini».

Il rapporto con il Vaticano e il ruolo della politica

Il lavoro della commissione ha visto anche audizioni di personalità religiose. «Sono stati colloqui distesi, senza reticenze evidenti», afferma Morassut. Tuttavia, rimane il tema della secretazione delle sedute. «In genere è richiesta dagli auditi. La adottiamo quando emergono riferimenti a terzi o situazioni che richiederebbero un contraddittorio».

Morassut esclude che, al momento, ci siano prove concrete di un legame tra i casi Orlandi e Gregori. «Non sembrano collegate, anche se potrebbero essere riconducibili a una stessa matrice criminale». Sul clima politico della commissione, invece, sottolinea un atteggiamento collaborativo tra maggioranza e opposizione: «Stiamo lavorando senza steccati ideologici».

Infine, resta aperta la questione di Marco Accetti, personaggio controverso coinvolto nelle indagini passate. «Non abbiamo ancora deciso, ma credo che sarà ascoltato». Anche la vicenda di Katy Skerl, giovane uccisa in quegli anni, potrebbe fornire nuove chiavi di lettura. «Può aprire qualche porta. Vedremo».

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