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Netanyahu e Trump faccia a faccia: «Gaza non sarà abitabile per 10 o 15 anni»

Pubblicato: 04/02/2025 19:54

Due funzionari dell’amministrazione Trump hanno anticipato che il presidente americano discuterà nelle prossime ore con Netanyahu la fase due del cessate il fuoco. I due, secondo quanto riportato, sarebbero concordi sulla strategia da adottare: innanzitutto liberare tutti gli ostaggi ancora in mano a Hamas e assicurarsi che «Hamas non possa continuare a governare e perda il potere» a Gaza, ma il colloquio verterà anche sul lungo periodo: la normalizzazione dei rapporti tra Arabia saudita e Israele.

«La normalizzazione è uno degli obiettivi principali in Medio Oriente per il presidente Trump e per questa amministrazione», hanno spiegato i portavoce ai giornalisti. «Ovviamente speriamo che l’espansione degli Accordi di Abramo continuerà e fiorirà in questa amministrazione… Vediamo un’opportunità in tutta la regione di e in tutto il mondo per portare altri Paesi negli Accordi di Abramo. Ci vorrà tempo. Non succederà in una notte, ma questo è certamente in cima all’agenda nei prossimi quattro anni».

Un portavoce ha spiegato che «l’amministrazione cercherà di costruire sulla fine della guerra a Gaza per promuovere e la normalizzazione regionale» ma non ha precisato come Trump vede il processo di pace e se crede alla soluzione dei due Stati. Steve Witkoff, l’inviato di Trump per il Medio Oriente, nella sua visita a Gaza la scorsa settimana, «ha ritenuto che i cinque anni per la ricostruzione che sono stati previsti nell’accordo del maggio 2024 sono piuttosto irrealistici. È necessario un rilevamento geologico tecnico, non ci sono servizi, ci sono malattie, c’è acqua stagnante. Non potresti far arrivare una ambulanza se volessi in questo momento. È davvero piuttosto inabitabile».

A una domanda sul «trasferimento» degli abitanti di Gaza in Egitto e in Giordania suggerito nei giorni scorsi da Trump, i portavoce hanno replicato che «il presidente Trump vede la Striscia come un luogo di demolizione, non ritiene pratica una ricostruzione nel corso di tre o cinque anni, crede che ci vorranno almeno 10 o 15 anni e considera disumano costringere le persone a vivere in un appezzamento non abitabile di terra con ordigni inesplosi e macerie, perciò sta cercando delle soluzioni per aiutare la popolazione di Gaza ad avere delle vite normali, mentre la Striscia viene ricostruita, cerca di guardare alle cose in modo realistico».

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