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Sanremo 2025, le “pagelle” della Crusca ai testi delle canzoni: “Un festival piatto, con troppe parolacce…”

Pubblicato: 05/02/2025 10:11

“Non mi piace dare i numeri. Nel senso dei voti”. Lorenzo Coveri, ex docente di linguistica italiana all’Università di Genova, è noto per le sue pagelle sui testi delle canzoni di Sanremo. Le sue analisi sono diventate un punto di riferimento per chi vuole valutare i brani senza farsi influenzare dalla musica.
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“Giudichiamo solo i testi ovviamente – dice Coveri – senza musica. Una volta cantati, il giudizio potrebbe cambiare…”.

Un Festival piatto e senza rock

“Canzoni piatte, voti piatti. Mi adeguo. Anche quest’anno ci sono sempre gli stessi 11 autori per due terzi dei brani. Questa omogeneità porta a un appiattimento generale. Ormai è una tendenza al Festival”.

“È un Festival senza rock. Pochissimi cantautori: solo Brunori Sas e Lucio Corsi. I rapper si adeguano al tono mainstream, senza trasgressioni. Il famigerato Tony Effe canta una stornellata innocua. L’80% delle canzoni ha un linguaggio familiare e popolare, lontano dalla canzonetta tradizionale. Solo 3-4 brani si distinguono”.

Chi spicca e chi delude

Brunori Sas soprattutto. Gli ho dato 9. Testo letterario, immagini sofisticate, figure retoriche di livello. Parla della gioia e della responsabilità di mettere al mondo una figlia”.

Lucio Corsi spicca per freschezza. Anche lui 9. Usa immagini inattese, gergo e ironia con intelligenza. Il miglior testo del Festival”.

“Anche Shablo sorprende. Tra 7 e 8. Originale, esce dai soliti schemi”.

Simone Cristicchi? Niente di che. Storia sentimentale, quasi 7, ma avrà successo come Mr Rain l’anno scorso”.

Francesco Gabbani? Mi aspettavo di più. Testo banale, ottimismo alla Jovanotti. Senza infamia e senza lode”.

I testi peggiori

“Il peggiore? Modà. Versi lunghissimi, sembra una predica. Frasi pesanti e incomprensibili”.

Marcella Bella? Un’istituzione, ma testo banale. 4“.

Elodie? 5. Testo pessimo, sembra una telefonata. Nessun ritmo, parole scontate”.

Giorgia? La voce più bella, ma testo classico senza sorprese. Sufficienza perché è Giorgia”.

Massimo Ranieri? Anche con Tiziano Ferro e Nek, il testo è pieno di metafore ridicole. 5, solo perché è Ranieri”.

Olly? Un 6 scarso. Lingua troppo comune”.

Fedez? 6. Testo deprimente sulla depressione. Qualche gioco di parole sui farmaci, ma rime discutibili. Cita Mary Poppins con il cianuro al posto della pillola. Mi cadono le braccia”.

Dialetto e censura

“Il dialetto sarebbe vietato a Sanremo, ma Tony Effe, Serena Brancale e Rocco Hunt lo usano. La Brancale dice di omaggiare Pino Daniele, ma non c’è nulla di lui nel testo”.

“Il brano su Roma di Tony Effe non ha nemmeno una frase sessista. È solo una filastrocca turistica. Voto 5“.

“Sanremo censura le parolacce, ma ho trovato la parola ‘fottere’ in ben quattro canzoni“.

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