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Vino, in arrivo etichette ancora più allarmiste: insorgono i produttori contro le nuove regole Ue

Pubblicato: 07/02/2025 19:57

A mettere a repentaglio la stabilità economica del settore vinicolo non ci sono solo i dazi minacciati da Donald Trump, ma anche le nuove normative europee contenute in un documento di lavoro legato al piano Beating Cancer. L’Unione Italiana Vini (Uiv) ha lanciato un allerta in merito. «Recentemente è stato diffuso il nuovo documento della Commissione Ue riguardante il piano Beca, il medesimo che tre anni fa avanzava proposte restrittive sul commercio, inclusa l’introduzione di etichette allarmistiche. Molte di queste proposte più estreme furono respinte dal Parlamento europeo. Tuttavia, il nuovo testo presenta addirittura elementi più sfavorevoli rispetto a quanto già criticato», evidenzia l’Uiv in un comunicato.
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Cosa prevede il documento dell’Ue

Il documento dell’esecutivo europeo chiarisce che l’attuale accisa minima per il vino e le bevande fermentate è pari a zero e che si rende necessaria una valutazione dettagliata della Direttiva sulle aliquote fiscali per l’alcol, al fine di considerare possibili modifiche a queste norme. Inoltre, si menziona che è in corso una revisione delle regole relative all’acquisto di prodotti alcolici oltre confine, in particolare per quanto riguarda le accise.

La preoccupazione dell’Unione Italiana Vini

«Ci aspettavamo che la nuova Commissione si concentrasse su misure per migliorare la competitività delle aziende, piuttosto che aumentare la tassazione e creare ulteriori distorsioni nel mercato unico. L’Unione italiana vini esprime la sensazione che all’interno dell’Ue ci sia una mancanza di coordinamento: è emblematico il caso degli avvisi sanitari, riproposti nel documento nonostante il Commissario alla Salute Varhelyi avesse già dichiarato in Parlamento europeo che non era una priorità. Facciamo appello agli Stati membri e, in particolare, agli eurodeputati italiani affinché blocchino in Consiglio e al Parlamento Ue un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli interessati. Questo rappresenterebbe un inizio preoccupante per la nuova legislatura, considerando che il settore vale oltre 100 miliardi di euro e sostiene milioni di posti di lavoro nel Vecchio Continente».

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