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Jhoanna Nataly Quintanilla, il compagno Pablo Gonzalez ha confessato l’omicidio: “Le ho rotto il collo durante un gioco erotico”

Pubblicato: 09/02/2025 08:22

Milano – “Sono stato io, ma non volevo ucciderla. Le ho rotto il collo durante un gioco erotico”. Con queste parole Pablo Heriberto Gonzalez Rivas, 48 anni, ha confessato l’omicidio della compagna Jhoanna Nataly Quintanilla, ammettendo anche di averne occultato il cadavere. L’uomo ha dichiarato di non aver agito in modo intenzionale e di aver nascosto il corpo preso dal panico dopo essersi accorto che la donna non respirava. Tuttavia, non è stato in grado di fornire un’indicazione precisa su dove si trovi il cadavere, segnalando solo un’area lungo la strada per Cassano d’Adda (Milano). Il movente del delitto rimane ancora da chiarire.
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Il borsone ripreso dalle telecamere

Durante l’interrogatorio, il 48enne ha ammesso di aver nascosto il corpo in un borsone con le rotelle, negando però di averlo fatto a pezzi. Le immagini delle telecamere di sicurezza lo mostrano mentre trascina la borsa fuori dal palazzo in cui la coppia abitava, nella periferia di Milano. I carabinieri stanno ora cercando di localizzare il corpo, mentre gli investigatori proseguono le verifiche sulle dichiarazioni dell’uomo.

Rivas è comparso ieri davanti al giudice nel tribunale di Milano, dove è stato interrogato dopo il fermo. Quintanilla, che lavorava come babysitter, era scomparsa nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. L’indagato, assistito dall’avvocato Paola Selleri, ha risposto per oltre due ore e mezza al giudice Anna Calabi, che dovrà decidere sulla convalida del fermo, richiesta dalle pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, e sulla custodia cautelare in carcere.

Le prove contro l’indagato

In un primo momento, Gonzalez Rivas si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma contro di lui pesano diversi elementi: contraddizioni nelle dichiarazioni iniziali, i filmati di sorveglianza che lo riprendono mentre trascina un pesante borsone nella notte del 25 gennaio e il fatto che la vittima sia stata vista rientrare a casa nel pomeriggio del 24 gennaio senza più uscirne.

Tra le prove raccolte ci sono anche le immagini dell’area box, dove l’uomo preleva un borsone da palestra vuoto, per poi rientrare nell’appartamento e successivamente uscire trascinandolo pieno, prima di caricarlo nella sua Fiat Punto. L’auto e l’appartamento sono stati posti sotto sequestro e gli accertamenti scientifici potrebbero confermare il luogo esatto del delitto.

Le ricerche lungo l’Adda

Secondo gli inquirenti, il 48enne si sarebbe liberato del corpo il 25 gennaio, dopo averlo lasciato per ore nell’auto. Le ultime tracce della vettura conducono fino a Cassano d’Adda, dove le ricerche del cadavere si stanno concentrando lungo il fiume Adda e il canale Muzza. I carabinieri stanno perlustrando la zona nella speranza di recuperare il corpo della vittima e fare luce su una vicenda ancora piena di interrogativi.

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