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Salvini sfida Meloni: la Lega pronta a correre da sola se si va al voto anticipato

Pubblicato: 10/02/2025 15:45

Il clima tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini è sempre più teso. Mentre la premier valuta l’ipotesi di elezioni anticipate per consolidare il proprio consenso, il leader della Lega ha deciso di mandarle un messaggio chiaro: se il governo dovesse cadere, il Carroccio potrebbe presentarsi alle urne senza il centrodestra unito. Un avvertimento che sa di sfida aperta.

La crisi interna alla Lega e la partita veneta

Salvini sa bene che il suo partito è in difficoltà. I consensi stagnano intorno all’8%, un livello pericolosamente basso, mentre la riforma dell’autonomia differenziata – da sempre cavallo di battaglia leghista – è stata smontata dalla Corte Costituzionale e rischia di essere riscritta. A complicare la situazione c’è il nodo Veneto: la base del partito nella regione vuole Luca Zaia nuovamente candidato alla presidenza, ma l’attuale normativa sui due mandati lo impedisce.

Per evitare una scissione e blindare il consenso in Veneto, Salvini ha deciso di battersi per modificare la legge e permettere a Zaia di correre di nuovo. Un’operazione delicata, che mira a preservare l’unità della Lega e scongiurare il rischio di un partito diviso proprio nel suo storico feudo elettorale.

La strategia fiscale: il condono per conquistare voti

Se sul fronte interno Salvini lavora per mantenere saldo il controllo della Lega, sul piano nazionale ha deciso di puntare su un tema caro alla destra berlusconiana: le tasse. Il vicepremier sta spingendo per una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, una misura che potrebbe attirare il consenso di milioni di contribuenti indebitati con il fisco.

In questa battaglia ha trovato un alleato nel ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha già dichiarato di essere sulla stessa linea. Un segnale chiaro al viceministro Maurizio Leo, esponente di Fratelli d’Italia, che si è sempre opposto ai condoni fiscali. Pressato dalle dinamiche interne al governo, Leo ha dovuto allinearsi, dichiarando di essere d’accordo con la nuova rottamazione, pur precisando che ogni intervento dovrà essere compatibile con i vincoli di bilancio.

Lo scontro con Meloni e la minaccia della rottura

Ma il vero nodo della questione è politico. I giornali hanno più volte riportato indiscrezioni secondo cui Giorgia Meloni starebbe valutando l’idea di sciogliere le Camere e tornare al voto, forte di un consenso nei sondaggi che resta elevato. Salvini ha fiutato il pericolo e ha voluto mettere in chiaro che non accetterà di essere messo all’angolo.

Se Meloni decidesse di rompere la legislatura per andare al voto, la Lega potrebbe correre da sola, fuori dalla coalizione di centrodestra. Un’ipotesi che complicherebbe i piani della premier, che conta sull’unità del blocco per assicurarsi una solida maggioranza.

Meloni ha capito che la situazione è più instabile del previsto. La tensione con Salvini, unita ai problemi interni alla coalizione, l’ha portata a cancellare la sua partecipazione alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove avrebbe dovuto incontrare il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. Una scelta che indica chiaramente come, per la premier, le priorità in questo momento siano tutte sul fronte interno.

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