
Durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina è pronta a negoziare su qualsiasi aspetto per fermare la guerra, ma che al momento gli Stati Uniti non hanno ancora predisposto un piano concreto per porre fine al conflitto. Il piano di Trump viene così, almeno per ora, rifiutato.
“Non vedo che ci sia un piano pronto negli Stati Uniti. Sono pronto a parlare realisticamente in qualsiasi momento. Siamo pronti a discutere di tutto, dal contingente alle garanzie di sicurezza. Siamo aperti a qualsiasi costruzione per fermare Putin“, ha affermato Zelensky, secondo quanto riportato dai media ucraini.
Accordo tra Kiev e Washington sulle terre rare
Nel frattempo, il governo ucraino ha finalizzato una bozza di accordo con gli Stati Uniti per garantire l’accesso alle proprie riserve di terre rare. Il documento è stato trasmesso ai funzionari statunitensi e si attende ora la loro risposta.

Secondo il New York Post, nei giorni scorsi il presidente ucraino e il presidente statunitense Donald Trump hanno discusso i dettagli dell’accordo, che prevede la fornitura agli Stati Uniti di terre rare per un valore di 500 miliardi di dollari. Questa intesa sarebbe parte del pagamento per l’assistenza militare fornita da Washington a Kiev.
Le terre rare sono elementi fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate, tra cui semiconduttori, batterie e componenti per la difesa. L’accordo potrebbe dunque garantire agli Stati Uniti una fonte alternativa a quelle controllate dalla Cina, principale fornitore mondiale di questi materiali strategici.
La posizione di Washington e le prospettive future
Nonostante l’accordo economico sulle terre rare, resta ancora incerta la posizione degli Stati Uniti sulla fine del conflitto. Zelensky ha sottolineato la necessità di un impegno chiaro da parte di Washington per definire una strategia che possa fermare l’aggressione russa e garantire la sicurezza dell’Ucraina.
La risposta degli Stati Uniti all’accordo sulle terre rare e le eventuali prossime mosse diplomatiche saranno determinanti per capire l’evoluzione della guerra e il ruolo di Washington nel conflitto in corso.