
L’attuale fase di agitazione vulcanica nei Campi Flegrei, in corso dal 2006, sta registrando una frequenza di scosse superiore a quella della crisi sismica del 1984. Secondo gli esperti, il fenomeno ha raggiunto livelli mai osservati prima, con un innalzamento del suolo che ha superato il limite massimo registrato negli anni ’80. Da settembre 2023, il terreno nella caldera flegrea si è sollevato di circa 40 centimetri in più rispetto al picco della crisi precedente. Questo continuo bradisismo è strettamente connesso agli sciami sismici e alle scosse più intense, che hanno superato magnitudo 3.9.
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Possibili terremoti di magnitudo 5
Secondo studi condotti dall’Ingv, la fase attuale potrebbe portare a terremoti più forti, con magnitudo fino a 5.0. Uno studio pubblicato nel 2023 su Communications Earth & Environment evidenzia il rischio di un aumento della sismicità con il progredire del sollevamento del suolo. Un ulteriore innalzamento di 20 centimetri potrebbe incrementare la probabilità di eventi superiori a 4.5 di magnitudo, con potenziali conseguenze sugli edifici nella zona bradisismica.
Il caso di via Pisciarelli
Un precedente significativo si è verificato il 2 ottobre 2023, quando una scossa di magnitudo 4.0 ha provocato danni in via Pisciarelli. Il problema principale è la bassa profondità dei terremoti, che si verificano tra 2 e 3 chilometri sotto la superficie, aumentando il rischio per le strutture edilizie. A differenza dei terremoti appenninici, che avvengono tra 10 e 15 km di profondità, le scosse superficiali dei Campi Flegrei possono avere un impatto maggiore sugli edifici.
Idrogeno solforato e risalita del magma
Uno degli elementi più preoccupanti è l’aumento di idrogeno solforato nelle fumarole, un indicatore della possibile risalita del magma a livelli più superficiali, tra i 4 e i 6 km di profondità. La commissione Grandi rischi, nell’ottobre 2024, ha evidenziato il rischio di eruzioni freatiche, fenomeni esplosivi causati dall’interazione tra magma e acqua sotterranea.
Monitoraggio e rischio di allerta arancione
Gli esperti della Grandi rischi non escludono una rapida risalita del magma fino alla superficie. Tuttavia, esistono incertezze nei sistemi di monitoraggio, che potrebbero non rilevare tempestivamente i segnali iniziali di un’eruzione. Per questo motivo, la Protezione civile potrebbe innalzare il livello di allerta ad arancione, con l’eventuale evacuazione di carceri, ospedali e l’allontanamento volontario della popolazione.