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Jannik Sinner, il rumore dei nemici: i tennisti che lo hanno attaccato

Pubblicato: 17/02/2025 20:44

La sospensione di tre mesi inflitta a Jannik Sinner a seguito dell’accordo con la Wada ha chiuso il caso Clostebol, ma non ha fermato le polemiche. Diversi tennisti hanno espresso scetticismo o addirittura ostilità nei confronti del numero uno al mondo, alimentando i sospetti sulla sua condotta.
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Tra i più critici spiccano Nick Kyrgios e Stan Wawrinka, ma anche altri giocatori si sono schierati contro la gestione del caso e la presunta disparità di trattamento nei confronti di Sinner.

Kyrgios, il nemico numero uno di Sinner

Nick Kyrgios è stato il più acceso oppositore di Sinner, criticandolo sia prima che dopo la conclusione del caso Clostebol. L’australiano ha ripetutamente attaccato Sinner, insinuando che la sua positività al doping non fosse una semplice contaminazione, come invece stabilito dalle indagini dell’Itia e della Wada.

Kyrgios ha utilizzato i social per diffondere messaggi provocatori, coinvolgendo persino la fidanzata di Sinner, Anna Kalinskaya. Dopo la sentenza di squalifica, Kyrgios ha rincarato la dose con dichiarazioni al vetriolo: “Triste giorno per il tennis. La giustizia nel tennis non esiste. Dopo oggi ci si può dopare, basta non sapere…”. Un attacco diretto che ha trovato sponda in altri giocatori scettici.

Wawrinka e le accuse di un sistema corrotto

Anche Stan Wawrinka si è schierato contro Sinner, dichiarando di non credere più in uno sport pulito. Ha condiviso un tweet di Piers Morgan che criticava il sistema antidoping del tennis e la possibilità di negoziare le squalifiche, definendola una “barzelletta”. Le parole dello svizzero hanno sottolineato un senso di ingiustizia percepito da diversi giocatori.

Shapovalov, Jarry e Broady: la polemica sulla disparità di trattamento

Denis Shapovalov ha puntato il dito contro l’apparente disparità di trattamento riservata a Sinner rispetto ad altri giocatori colpiti da casi simili: “Alcuni vengono squalificati per anni, mentre con altri non è così”. Un pensiero condiviso dal cileno Nicolas Jarry, squalificato per un anno nel 2019 per doping, che ha sottolineato come avrebbe voluto ricevere lo stesso trattamento ottenuto da Sinner.

Anche Liam Broady ha espresso perplessità: “Molti giocatori devono aspettare mesi o anni per essere dichiarati innocenti. Non è una bella figura per il tennis”.

Cazaux e Griekspoor: le allusioni e i sospetti

Altri giocatori, come il francese Arthur Cazaux e l’olandese Tallon Griekspoor, hanno lanciato allusioni pesanti sulla gestione del caso. Cazaux ha ammesso di credere che Sinner non abbia assunto nulla di proposito, ma ha anche aggiunto: “Quando firmi i documenti antidoping, sei responsabile di tutto ciò che entra nel tuo corpo“.

Griekspoor è stato ancora più diretto: “Non credo abbia preso nulla, ma dove c’è fumo, c’è fuoco. È molto strano come è stato gestito il caso“. Ha poi insinuato un possibile favoritismo dovuto al peso economico di Sinner per il circuito Atp e alla presenza di due figure di spicco italiane all’interno dell’organizzazione.

Djokovic e Alcaraz: tra scetticismo e diplomazia

Anche Novak Djokovic ha espresso dubbi sulla trasparenza della gestione del caso. Pur difendendo l’integrità di Sinner, ha criticato la scarsa chiarezza delle procedure: “Non è stato piacevole scoprire dopo cinque mesi della sua positività”. Ha poi riconosciuto che i protocolli antidoping sono spesso incoerenti e ingiusti nei confronti di giocatori meno noti: “C’è troppa incoerenza nella gestione dei casi doping. È arrivato il momento di riformare il sistema, è ora che gli organi direttivi del tennis si riuniscano per trovare una nuova strategia. L’incoerenza e la poca trasparenza sono frustranti, i giocatori e le giocatrici hanno perso fiducia nel sistema, non credono più né all’Itia né alla Wada”.

Carlos Alcaraz, inizialmente cauto, ha poi dichiarato di sperare che Sinner riesca a superare la situazione e resti concentrato sul suo tennis. Il giovane spagnolo ha ammesso che il caso ha avuto un impatto negativo sull’immagine dello sport, ma ha espresso la sua solidarietà all’italiano dichiarando di essere certo che Sinner non ha mai fatto uso di doping.

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