Giorgia Meloni non ha gradito il formato scelto da Emmanuel Macron per il vertice di Parigi sulla crisi ucraina. La premier italiana si è lamentata dell’assenza di alcuni attori chiave dell’Europa orientale, come i Paesi baltici, ritenendo “assurdo” che non siano stati coinvolti. Ha cercato di sottrarsi al summit, ventilando l’ipotesi di un collegamento da remoto o adducendo problemi di agenda, ma alla fine ha dovuto cedere.
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I motivi dell’irritazione della premier
Meloni ha investito molto sul suo rapporto con Donald Trump, incontrandolo a Mar-a-Lago e partecipando alla sua cerimonia di insediamento. Essere presente a un’iniziativa politica europea che certifica la distanza con il tycoon non le fa gioco. Avrebbe preferito una sede neutrale, come Bruxelles, e lo ha fatto presente direttamente a Macron.
Per ore, Palazzo Chigi non ha confermato ufficialmente la sua presenza, lasciando la questione in sospeso. Ma la partecipazione del segretario generale della Nato Mark Rutte ha reso difficile un’ulteriore defezione. Per evitare di essere completamente tagliata fuori, Meloni ha cercato almeno di far sentire il disagio dei baltici, esclusi dal summit.

Il dilemma tra Europa e Trump
La premier si trova in una posizione scomoda: non può rinnegare l’Unione Europea, ma nemmeno mostrarsi apertamente critica nei confronti di Trump. Come ha detto Antonio Tajani, “Trump è il primo alleato, ma dobbiamo restare ancora a Bruxelles”. Un equilibrio difficile da mantenere, soprattutto ora che il leader americano sembra sempre più ostile a un coinvolgimento diretto in Ucraina.
Le posizioni su Ucraina e dazi
Meloni difende le parole del vicepresidente Usa J.D. Vance, che ha espresso posizioni scettiche sul sostegno a Kiev, ritenendo che “non siano scandalose”. Ma oggi a Parigi dovrà allinearsi alla posizione europea, sottolineando che Washington deve garantire la sicurezza dell’Ucraina e dell’Ue.
La premier proporrà un rafforzamento del confine orientale della Nato con missili a lunga gittata, a garanzia di un eventuale dispiegamento di truppe europee, incluse alcune migliaia di soldati italiani in una missione di peacekeeping.
La sfida per Meloni sarà quella di dimostrare agli Stati Uniti di poter giocare un ruolo da protagonista nel blocco occidentale senza rompere i ponti con Trump. Una prova di equilibrio che si giocherà anche nelle immagini ufficiali del vertice: esserci, ma senza concedere troppo a Macron e all’Europa.