
La ripresa economica nell’Eurozona si sta rivelando più fragile e lenta del previsto. A lanciare l’allarme è Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, che nel suo intervento al comitato esecutivo dell’ABI ha evidenziato una serie di segnali preoccupanti: crescita debole, credito in calo e occupazione in difficoltà. Se da un lato l’inflazione sembra avvicinarsi all’obiettivo del 2%, dall’altro il rischio di una nuova crisi economica e inflattiva è tutt’altro che scongiurato.
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Una ripresa che non arriva
“La debolezza dell’area euro è più persistente di quanto ci aspettavamo e la ripresa trainata dai consumi non c’è stata” ha dichiarato Panetta, sottolineando come l’economia europea non riesca a rialzarsi dopo due trimestri di stagnazione. Il rallentamento della crescita si sta riflettendo su diversi settori, con il manifatturiero in particolare sofferenza e segnali di indebolimento anche sul mercato del lavoro.
Il calo del credito e il rischio di una spirale negativa
Uno degli aspetti più critici segnalati dal governatore è la contrazione del credito bancario, che sta diminuendo in modo persistente e prolungato. Secondo Panetta, questo fenomeno è dovuto principalmente alla debolezza della domanda e agli scarsi investimenti da parte delle imprese.
Le piccole e medie imprese italiane, che rappresentano un pilastro dell’occupazione, sono particolarmente esposte a questo scenario. Se il flusso di finanziamenti continua a ridursi, il rischio è quello di una spirale negativa in cui la mancanza di credito frena gli investimenti e la crescita, aggravando ulteriormente la situazione economica.

Energia e inflazione: un equilibrio precario
Nonostante il calo dei tassi d’interesse, permangono nuove incognite che potrebbero rimettere in moto una bolla inflattiva. I prezzi dell’energia, dopo essere aumentati nei primi mesi dell’anno, sono ora in fase di discesa, ma la volatilità del settore rappresenta una minaccia costante.
Panetta avverte che, se l’inflazione dovesse tornare a salire a causa di nuovi shock energetici, la Banca Centrale Europea potrebbe essere costretta a mantenere una politica monetaria restrittiva più a lungo, con ulteriori effetti negativi sulla crescita.
Il nodo della regolamentazione finanziaria
Un altro temasollevato da Panetta riguarda la regolamentazione bancaria e il rischio di un’eccessiva burocrazia che frena la competitività europea rispetto agli Stati Uniti. Se da un lato una semplificazione normativa sarebbe auspicabile, il governatore avverte che una deregolamentazione simile a quella americana metterebbe a rischio la stabilità finanziaria conquistata negli ultimi quindici anni.
Uno scenario preoccupante
L’Europa si trova dunque di fronte a un bivio: da un lato la necessità di rilanciare la crescita con politiche economiche più efficaci, dall’altro il rischio che una gestione sbagliata della crisi porti a nuove turbolenze finanziarie.
Senza interventi mirati per stimolare la domanda, sostenere le imprese e garantire un accesso più agevole al credito, la debolezza dell’economia europea potrebbe trasformarsi in una crisi profonda, con conseguenze difficili da prevedere.