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Scambiano due biopsie, rimuovono la mandibola ad un 35enne ma non era malato

Pubblicato: 20/02/2025 12:20

Una grave vicenda di malasanità ha colpito un uomo di 35 anni a Roma, operato per un tumore che in realtà non aveva. I medici del Policlinico Umberto I gli hanno asportato la mandibola dopo aver confuso i vetrini della biopsia con quelli di un altro paziente. La tragica scoperta è avvenuta solo mesi dopo, quando l’uomo ha deciso di sottoporre il proprio Dna a un nuovo esame presso l’Università Cattolica di Roma.

Ora la Procura ha aperto un’indagine per lesioni gravi dopo la denuncia presentata dal paziente. Intanto, resta il mistero su chi sia il vero malato e se sia stato informato della propria condizione.

Dall’estrazione di un dente al drammatico errore

Tutto è iniziato nel maggio 2023, quando il 35enne si è recato alla clinica odontoiatrica Eastman del Policlinico Umberto I per rimuovere un dente del giudizio e una cisti. Come da prassi, il campione prelevato è stato inviato in laboratorio per l’esame istologico.

Un mese dopo, arriva la diagnosi sbagliata: i medici lo informano che ha un osteosarcoma, un tumore maligno e aggressivo che colpisce l’osso. L’unica soluzione, secondo i sanitari, è una demolizione della mandibola seguita da un ciclo di chemioterapia.

A luglio 2023, il paziente viene operato: gli viene rimossa parte della mandibola e impiantata una placca per ricostruire l’osso. Al risveglio, si accorge che la parte destra del suo viso è paralizzata, segno di danni permanenti ai nervi.

L’incredibile scoperta: il tumore non c’era

Dopo settimane di sofferenza e preparazione alla chemioterapia, a settembre arriva una notizia sconcertante: il nuovo esame istologico sull’osso rimosso risulta negativo. Secondo i medici, però, l’intervento è stato comunque provvidenziale: il tumore, a loro dire, sarebbe stato rimosso in tempo prima di poter attecchire.

Ma qualcosa non convince il 35enne. A ottobre, decide di sottoporre i vetrini della biopsia a un nuovo esame presso l’Università Cattolica di Roma. È qui che emerge la verità: il Dna non è il suo.

“Non ho più la mandibola, ma non ho mai avuto un tumore”, racconta l’uomo con incredulità.

Le conseguenze e l’indagine della Procura

La scoperta ha spinto il paziente a denunciare l’accaduto per lesioni gravi. La Procura di Roma ha avviato un’indagine per far luce sulle responsabilità dell’errore.

Nel frattempo, resta un interrogativo ancora più inquietante: chi è il vero malato? Il paziente a cui apparteneva il campione patologico è stato informato della diagnosi? O si trova ancora ignaro di avere un tumore, con il rischio di non ricevere le cure necessarie?

Un caso di errore medico che solleva molte domande e che potrebbe avere conseguenze devastanti non solo per il paziente coinvolto, ma anche per l’intero sistema sanitario.

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