
Nel pieno della polemica sulla squalifica di Jannik Sinner per il caso Clostebol, Federica Pellegrini ha espresso un’opinione destinata a far discutere. A differenza di molti sportivi italiani che hanno difeso il tennista altoatesino, l’ex campionessa di nuoto ha scelto di schierarsi con la Wada, sottolineando che l’atleta ha comunque una responsabilità, pur senza dolo.
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Le parole di Pellegrini: “Siamo tutti responsabili”
Intervenuta durante un evento legato ai Pacchetti Hospitality per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, Pellegrini ha chiarito la sua posizione: “Secondo me Jannik non ha voluto in nessun caso prendere scorciatoie” – cosa peraltro ampiamente chiarita dalla Wada – “questo è quello che penso da atleta e come giudizio personale. Però è anche vero che la storia ci rende un po’ responsabili tutti, anche per quello che fa il nostro team su di noi“.
Secondo la nuotatrice, dunque, il problema non è tanto l’intenzionalità, ma la gestione complessiva del team di Sinner. Un errore che l’atleta, in ogni caso, non può ignorare.

“Negligenza comune, ma non è un’ingiustizia”
Pellegrini ha poi evidenziato come casi simili siano già stati trattati in passato con sospensioni per “negligenza”, distinguendo la vicenda di Sinner da un vero caso di doping: “Se un atleta è stato trovato positivo a qualche sostanza, la negligenza è assolutamente comune. Il problema è che tutti questi casi hanno avuto un periodo di sospensione per negligenza, che non è un doping conclamato con colpa effettiva, ma una svista praticamente.”
Secondo la “Divina”, quindi, la decisione della Wada non rappresenta un’ingiustizia, ma la conseguenza naturale di un sistema che prevede punizioni anche per negligenza. Il fatto che “tutti questi casi” siano stati puniti per negligenza, peraltro, è smentito dai fatti: basti pensare ai nuotatori cinesi.
Le parole della WADA e il dibattito aperto
Le dichiarazioni di Pellegrini arrivano dopo che la Wada ha chiarito ufficialmente che il caso Sinner non ha alcun legame con il doping, specificando che le analisi del tennista, condotte sui test di un anno intero, non hanno mai evidenziato tracce di Clostebol o altre sostanze vietate.
Eppure, per l’ex nuotatrice questo non sembra essere un elemento decisivo. La sua posizione, per molti, risulta sorprendente e, sicuramente, è destinata ad alimentare il dibattito su una vicenda che continua a dividere il mondo dello sport.