
Dizzasco – Un’accusa di maltrattamenti che non riesce a descrivere pienamente l’elenco di violenze fisiche e psicologiche subite dagli anziani ospiti della Rsa Sacro Cuore, situata sulle montagne del lago di Como. Le indagini, concluse nei giorni scorsi, sono partite grazie alla denuncia di Pasquale Moretti, ex dipendente della struttura, che dopo aver segnalato gli abusi è stato licenziato.
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Sette arresti nella casa di riposo
Il 24 febbraio i carabinieri del Comando provinciale di Como, coordinati dal pm Alessandra Bellù, hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare: cinque agli arresti domiciliari e due in carcere. Gli indagati, cinque donne e due uomini tra i 30 e i 50 anni, residenti nei comuni del Medio e Alto Lario, sono accusati di aver insultato, picchiato e torturato gli ospiti della struttura, come documentato dalle intercettazioni audio e video effettuate dagli investigatori.
La denuncia di Pasquale Moretti
«Di notte sento ancora le urla degli anziani picchiati, non dormo da due anni», ha dichiarato Moretti, 43 anni, residente in Valle Intelvi. L’ex dipendente della Rsa Sacro Cuore ha denunciato per la prima volta i maltrattamenti nel 2022, quando lavorava come inserviente. Inizialmente, ha cercato di mantenere il posto svolgendo anche mansioni non di sua competenza, ma ha deciso di parlare dopo aver assistito a episodi di violenze fisiche e umiliazioni.
«Ho visto schiaffi, pugni e insulti verso gli anziani. Dopo aver chiesto aiuto senza essere ascoltato, sono stato licenziato a fine 2023», ha raccontato. Oggi, disoccupato e in depressione, Moretti dice di non essersi mai pentito della sua scelta: «Lo rifarei subito. Ma ora spero che qualcuno aiuti anche me».
Un’inchiesta scioccante
Le indagini, avviate nell’agosto 2023, hanno permesso di raccogliere prove audio e video, oltre a conversazioni e messaggi ritenuti penalmente rilevanti. Gli ospiti della struttura, circa 150, rimarranno per ora nella Rsa, che è stata ispezionata dai carabinieri del Nas.
Il sindaco di Dizzasco, Aldo Riva, si è detto «profondamente turbato» e ha espresso «vicinanza alle famiglie coinvolte», confidando nell’operato della magistratura per fare piena luce sulla vicenda. Nel frattempo, la direzione della Rsa, che ha dichiarato di non aver mai ricevuto segnalazioni sugli abusi, ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo.