
Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, ha parlato davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Le sue dichiarazioni hanno riacceso il dibattito tra le forze politiche, soprattutto sul lockdown del 2020 e le conseguenze sulla scuola.
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Il confronto è nato dalle parole del pediatra Eugenio Serravalle, critico sulle strategie adottate durante la pandemia e presidente dell’Assis (Associazione di studi e informazione sulla salute). Serravalle ha difeso la libertà di opinione su vaccinazioni e gestione del Covid.
Parisi: «Il lockdown ha evitato 700mila morti»
Secondo Giorgio Parisi, durante la prima ondata del Covid-19, puntare all’immunità di gregge senza misure di contenimento avrebbe provocato fino a 700mila morti in Italia.
«Il calo delle morti a fine marzo 2020 non è stato un’evoluzione naturale dell’epidemia, ma il risultato delle misure adottate quando gli ospedali erano al collasso».
Parisi ha citato il caso del Bergamasco, dove il virus ha colpito quasi tutta la popolazione, causando una mortalità dell’1%.
«L’indagine sierologica dell’estate 2020 dimostra che circa il 5% della popolazione italiana si è infettata, con 3 milioni di casi e 35.000 morti. Se il virus si fosse diffuso ovunque come a Bergamo, il bilancio sarebbe stato tra i 600mila e i 700mila morti».
Il ruolo della struttura familiare in Italia
Parisi ha spiegato che in Italia sarebbe stato difficile proteggere solo gli anziani, lasciando circolare il virus tra i più giovani.
«Le famiglie italiane sono spesso multigenerazionali, con giovani e anziani che vivono sotto lo stesso tetto. Questo ha favorito il contagio».
L’Italia è stata uno dei primi Paesi colpiti dalla pandemia, in un periodo in cui non esistevano cure efficaci e non si conosceva l’importanza dei casi asintomatici nella diffusione del virus.
Parisi: «L’Oms non va abbandonata»
Parisi ha parlato anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), sottolineando che può essere migliorata, ma uscirne sarebbe un errore gravissimo.
«La protezione contro una pandemia è un bene pubblico. La gestione delle emergenze sanitarie non può essere lasciata ai singoli governi nazionali. Serve collaborazione internazionale».
L’Oms, secondo Parisi, è l’unico strumento globale attualmente disponibile per gestire emergenze sanitarie, soprattutto nei Paesi con poche risorse.
«Si può discutere su come renderla più efficace, ma abbandonarla sarebbe una scelta suicida».
Scuola e lockdown: il dibattito si riaccende
Alla Commissione Covid è intervenuto anche Eugenio Serravalle, che ha criticato le scelte fatte durante la pandemia, in particolare la chiusura delle scuole.
Secondo il pediatra, il Covid non rappresentava un pericolo grave per bambini e ragazzi. Ha citato la Svezia, che ha evitato le restrizioni e ha visto un aumento dell’aspettativa di vita.
Molti parlamentari hanno contestato le sue affermazioni, sottolineando la mancanza di pubblicazioni scientifiche a sostegno delle sue tesi.
Fratelli d’Italia attacca: «Misure ingiustificate»
I parlamentari di Fratelli d’Italia hanno criticato le restrizioni imposte durante la pandemia, definendole ingiustificate e dannose per i più giovani.
«Le misure adottate dai governi italiani durante il Covid hanno assunto i contorni di vessazioni immotivate, specie nei confronti di giovani e giovanissimi».
Hanno ricordato che l’Italia ha chiuso le scuole per 341 giorni, molto oltre la media europea di 138 giorni.
«L’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) raccomandava di chiudere le scuole solo come ultima risorsa. Le conseguenze del lockdown sui ragazzi sono state pesantissime: aumento della sedentarietà, disturbi alimentari, problemi psicologici e perdita di competenze scolastiche».
Il dibattito sulla gestione del Covid resta aperto. Le dichiarazioni di Parisi hanno ribadito l’importanza delle misure adottate, mentre le critiche di Serravalle e Fratelli d’Italia alimentano lo scontro politico.