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Covid, la nuova teoria degli esperti: “Virus trasmesso da un cane procione, altro che pipistrello”

Pubblicato: 24/02/2025 11:45
Covid trasmesso cane procione

Il Covid-19 potrebbe non essere stato trasmesso direttamente dai pipistrelli all’uomo, come si è ipotizzato inizialmente, ma attraverso un cane procione. Un nuovo studio suggerisce che questo animale, spesso presente nei mercati di fauna selvatica, potrebbe essere stato l’ospite intermedio che ha permesso il salto di specie del Sars-CoV-2. Teoria che però fa esplodere i social, visto che milioni di utenti, compresa buona parte dell’amministrazione Trump negli Usa, hanno più di un dubbio sul fatto che che il virus possa invece essere uscito, volontariamente o no, proprio da un laboratorio come quello di Wuhan.
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Il ruolo del cane procione nella trasmissione del virus

Secondo gli scienziati, il mercato Huanan Seafood di Wuhan resta l’epicentro della pandemia, ma la trasmissione del virus potrebbe essere avvenuta attraverso un ospite intermedio. Il cane procione è stato identificato come un possibile responsabile, in quanto capace di ospitare virus senza ammalarsi.
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Nel 2023, ulteriori prove hanno rafforzato questa ipotesi: ricercatori cinesi hanno pubblicato dati genomici raccolti dai tamponi prelevati nel mercato di Wuhan nel gennaio 2020. Tra i campioni analizzati, prelevati da bancarelle, bidoni della spazzatura e liquami, è stato trovato Dna mitocondriale di cani procione, inclusi campioni risultati positivi al Sars-CoV-2.

Il commercio di cani procione e i rischi per la salute

I cani procione (Nyctereutes procyonoides) sono mammiferi della famiglia dei canidi, originari dell’Asia orientale, in particolare Cina, Giappone e Siberia. Si adattano facilmente a foreste e zone umide, e vengono allevati per la loro pelliccia e per la medicina tradizionale.

Il loro commercio nei mercati cinesi ha sollevato preoccupazioni per i rischi sanitari, in quanto questi luoghi hanno favorito la trasmissione di virus come la Sars nel 2002 e, probabilmente, anche il Covid-19. Secondo una ricerca pubblicata su Nature, tra il 2017 e il 2019 nei mercati di Wuhan sarebbero stati venduti in media 38 cani procione al giorno, un dato che avvalora l’ipotesi del loro ruolo nella diffusione del Sars-CoV-2.

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