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Gli Usa abbandonano Kiev, quanto può resistere l’Ucraina? “Risorse per sei mesi”

Pubblicato: 26/02/2025 07:31

«Gli aiuti militari americani sono insostituibili», hanno sempre affermato, all’unisono, sia i generali che i politici ucraini. Lo stesso presidente Zelensky lo ribadisce costantemente da quando è iniziata la guerra, e lo ha fatto anche dopo l’elezione di Trump alla Casa Bianca, avvertendo che, se Washington interromperà l’invio di armi, «noi perderemo la guerra». Ma cosa succederà ora che Trump sembra coordinarsi più con Putin che con gli alleati storici? L’Ucraina riuscirà a prepararsi nei prossimi mesi prima che le scorte di armi americane si esauriscano?
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Secondo il Pentagono, grazie agli ingenti invii di armi e munizioni effettuati sotto l’amministrazione Biden negli ultimi mesi del suo mandato, Kiev avrebbe almeno sei mesi di respiro. Successivamente, dovrà incrementare la propria capacità produttiva di armamenti e intensificare la collaborazione con gli alleati europei. In realtà, la situazione non è del tutto nuova: già tra novembre 2023 e aprile 2024, Trump aveva convinto il partito Repubblicano a fermare gli aiuti militari al Congresso, e l’esercito ucraino nel Donbass si era trovato a corto di munizioni, facilitando così l’avanzata russa che oggi minaccia la regione di Dnipro.

Ora però la situazione è ben più critica. «Arrangiatevi», dice Trump a Zelensky, aggiungendo che «tocca agli europei occuparsi della vostra difesa». Cosa fare? A Kiev, lo Stato maggiore afferma di avere risorse sufficienti per resistere fino alla fine dell’estate. L’Europa, insieme al Canada, ha promesso di aumentare gli aiuti, ma non basta. Nel 2024, l’Unione Europea, insieme a Canada e Norvegia, aveva già fornito aiuti bellici per un valore di 25 miliardi di dollari e ora mira a portare la cifra a 30 miliardi. Zelensky sostiene che gli aiuti militari degli Stati Uniti ammontano a 70 miliardi dall’inizio del conflitto. Inoltre, l’Ucraina da oltre due anni sta rafforzando le proprie industrie belliche, che, secondo il Wall Street Journal, ora valgono 30 miliardi di dollari all’anno, contro i meno di 5.000 droni prodotti annualmente nel 2022. Oggi, nel 2024, si sono superati i 1,5 milioni, e nel 2025 l’Ucraina prevede di produrre 3.000 missili e 30.000 droni a lungo raggio. Si stima che quest’anno l’Ucraina sarà in grado di soddisfare il 55% del proprio fabbisogno, l’Europa contribuirà per il 25%, mentre gli Stati Uniti forniranno il 20%.

Eppure, questi sforzi potrebbero non essere sufficienti per battere i russi, che dal 2023 sono immersi a pieno regime nell’economia di guerra. Gli ufficiali della Terza Brigata di fanteria d’assalto, una delle forze più prestigiose impegnate nei combattimenti tra Pokrovsk e Kharkiv, sottolineano l’importanza dei missili anticarro Javelin, forniti dagli Stati Uniti, per fermare le unità corazzate russe che nel marzo 2022 tentarono di entrare a Kiev. Altri missili strategici, come i Himars, sono stati determinanti per l’offensiva vittoriosa dell’autunno 2022. E ancora più potenti sono gli Atacms, che con la loro portata di oltre 260 chilometri hanno giocato un ruolo decisivo nel salvare Kharkiv dall’assedio russo nel maggio 2024. Ma, soprattutto, gli ufficiali ucraini evidenziano l’importanza insostituibile dell’intelligence americana, che, attraverso satelliti e reti informatiche sofisticate, ha guidato le operazioni sul campo. Come affermano: «Senza i sistemi di difesa aerea avanzati forniti dagli Stati Uniti, come i missili Patriot, i nostri cieli sarebbero vulnerabili agli attacchi russi».

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