
In quali casi si possono avere dei rimborsi dalla dichiarazione dei redditi? L’avvio della campagna della dichiarazione dei redditi 2025 è ormai alle porte, e questa domanda rimbalza nella testa di ogni italiano che presenterà il modello 730. L’Agenzia delle Entrate ha già reso noto che i modelli dichiarativi precompilati saranno messi a disposizione dei contribuenti a partire dal 30 aprile. Poi, l’invio della dichiarazione, dovrà essere effettuato: entro il 30 settembre per chi utilizza il modello 730; entro il 31 ottobre per chi utilizza il modello Redditi. Per avere diritto alla restituzione delle somme già pagate da parte del Fisco è necessario essere in possesso di specifici requisiti. La dichiarazione dei redditi, come noto, effettua un conguaglio fiscale tra le somme versate e quelle realmente dovute. In questo modo il contribuente può trovarsi nella situazione di debito, e in quel caso dovrà pagare, o a credito, e in questo caso avrà diritto al rimborso. Ma come di capisce se si ha diritto a un rimborso?
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Per anticipare, grosso modo, il conguaglio Irpef e capire se si avrà diritto o meno a un rimborso bisogna armarsi di carta e penna e fare un po’ di calcoli. Solitamente il dipendente che non ha altri redditi chiude sempre l’anno in pari, versando la differenza o ricevendo il rimborso dell’Irpef direttamente in busta paga. Con la presentazione della dichiarazione dei redditi, però, il dipendente può vantare altre detrazioni spettanti: quelle sulle spese sostenute per la sua persona o per i familiari fiscalmente a carico. Dunque può sapere se ha diritto a un rimborso del 730 prima di presentare la dichiarazione dei redditi può essere certo solo se si è lavoratori dipendenti con un unico reddito. Lo spiega bene Patrizia Del Pidio su Money.it: “In questo caso, infatti, per avere diritto al rimborso, visto che l’Irpef dovuta sul reddito prodotto è stata già versat mensilmente in busta paga basta che si verifichi una delle seguenti situazioni…”. Vediamo quali.

Le situazioni sono le seguenti:
– non aver fruito delle detrazioni da lavoro dipendente spettanti in busta paga nel 2024 e riceverle a conguaglio con il 730;
– non aver fruito delle eventuali detrazioni per figlio o coniuge a carico in busta paga nel 2024 e richiederle a conguaglio con il 730;
– aver effettuato spese mediche e sanitarie nel 2024 per la propria persona o per familiari fiscalmente a carico il cui importo sia superiore a 129,11 euro (la franchigia su cui non spetta la detrazione);
– aver sostenuto nel corso del 2024 altre spese per le quali c’è diritto alla detrazione al 19%, al 36%, al 50%, al 65% o al 75%.
In questi casi, infatti, le detrazioni spettanti si sottraggono dall’imposta dovuta generando un’Irpef più bassa da versare, ma visto che il dipendente l’ha già versata tutta si genera un rimborso dell’imposta versata in eccedenza.

Ricordiamo infine che l’Irpef è basata su un sistema progressivo che si fonda sulle seguenti aliquote e scaglioni di reddito: per redditi fino a 28.000 euro si paga il 23%; per redditi tra 28.000 e 50.000 si paga il 35%; per redditi oltre i 50.000 si paga il 43%. L’aliquota di riferimento si applica solo all’eccedenza del reddito: se si ha un reddito di 32.000 euro, ad esempio, si paga il 23% sui primi 28.000 euro e il 35% sui restanti 4.000.