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Roger Black, l’ex campione olimpico aveva una valvola cardiaca difettosa: “Mi addormentavo ovunque, invece rischiavo di morire”

Pubblicato: 26/02/2025 17:03
Roger Black rischiavo morire

Roger Black, celebre atleta britannico, ha scritto la storia dell’atletica leggera con le sue imprese, tra cui due medaglie d’oro nei 400 metri agli Europei e una medaglia d’argento ai Mondiali di Tokyo e alle Olimpiadi di Atlanta. A 58 anni, Black ha continuato a correre per mantenersi in forma, ma una crescente stanchezza lo ha costretto a fermarsi.
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La scoperta della patologia cardiaca

In un’intervista al Daily Mail, Black ha rivelato di aver inizialmente attribuito la sua stanchezza alla vecchiaia. Tuttavia, ha presto capito che la situazione era più grave di quanto pensasse. “Mi sono allenato per una vita, pensavo soltanto che stavo diventando un vecchio idiota vista l’età”, ha raccontato, riferendosi ai momenti in cui si addormentava improvvisamente.

Dopo una visita di controllo, è emerso che Black aveva una valvola cardiaca difettosa diagnosticata durante l’infanzia. I medici lo hanno avvertito del rischio di una possibile esplosione della sua aorta, dichiarando che “la vena sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro”.

L’intervento a cuore aperto

A gennaio, Roger Black si è sottoposto a un delicato intervento a cuore aperto, durato undici ore, durante il quale i medici hanno sostituito la valvola difettosa. Dopo l’operazione, l’atleta ha affrontato un momento critico, con solo un 2% di probabilità di svegliarsi. Black ha mostrato il suo coraggio raccontando di avere una cicatrice lunga quasi 30 centimetri sul petto e di essere ancora in fase di recupero, assumendo antidolorifici.

Un ringraziamento ai medici e alla famiglia

Ora, la strada verso la guarigione è tutta in discesa. “Mi sentivo molto vulnerabile”, ha dichiarato Black, esprimendo la sua gratitudine verso i medici che gli hanno salvato la vita. Ha riservato un ringraziamento speciale a sua moglie Jules, che lo ha sostenuto in ogni momento, rimanendo al suo fianco durante l’intervento.

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