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Contributi volontari per la pensione, la strategia per “ritirarsi” prima. Come si versano e quanto costano

Pubblicato: 27/02/2025 14:57
contributi volontari pensione

Con le previsioni che alzano via via l’asticella della pensione a 70 anni, sempre più italiani stanno prendendo in considerazione la possibilità dei contributi volontari per riuscire a smettere di lavorare il prima possibile. Ma come funziona questo sistema? Quanto costano i versamenti? Chi ha diritto a farlo? In questo articolo spiegheremo tutto nel dettaglio.
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La legge dice che ogni lavoratore, sia dipendente che autonomo, che, per fatti estranei o meno alla sua volontà, abbia interrotto temporaneamente o definitivamente l’attività, può richiedere all’Inps di versare contributi volontari. I motivi possono essere diverse: accrescere l’importo della pensione futura, anticipare l’età del ritiro dal lavoro, oppure colmare i periodi di “buco” nei versamenti contributivi per la maturazione del diritto alla trattamento previdenziale. Ma come si fa, all’atto pratico?
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Come precisa l’Inps sul suo sito web, i contributi volontari per la pensione sono strumentali al perfezionamento del diritto e alla determinazione di tutte le pensioni dirette (vecchiaia, anzianità, assegno ordinario di invalidità e inabilità) e indirette (superstiti e reversibilità). I contributi volontari si chiamano così perché vengono effettuati dal lavoratore anziché dall’azienda. Per l’Inps non fa differenza se questi contributi siano pagati dal datore di lavoro o dal lavoratore, ma solo che si raggiungano i requisiti contributivi previsti per il pensionamento. Come spiega QuiFinanza, ad esempio, se mancano ancora 6 mesi per il pensionamento ma si perde il lavoro, l’ex dipendente potrà pagare di tasca propria i contributi corrispondenti a tale semestre, allineandosi al requisito contributivo. Potrà utilizzare questa possibilità anche chi ha avuto una riduzione dell’attività lavorativa, come il part-time orizzontale o verticale o l’aspettativa non retribuita. Come si procede al versamento?

Per versare i contributi volontari per la pensione occorre anzitutto l’autorizzazione al versamento dall’ente previdenziale, il cui rilascio è generalmente subordinato allo stop definitivo o alla interruzione momentanea del lavoro. Spiega Claudio Garau: “Una volta concessa, l’autorizzazione non decade mai. Va richiesta con domanda online all’Inps, che valuterà le condizioni del richiedente in base alla sua storia contributiva. In alternativa l’interessato può anche avvalersi del contact center, chiamando il numero 803164 gratuito da rete fissa oppure 06164164 da rete mobile”. Per l’autorizzazione alla contribuzione volontaria occorrerà dimostrare all’Inps di avere almeno uno di questi requisiti:
– 5 anni di contributi – pari a 260 contributi settimanali ovvero a 60 contributi mensili, indipendentemente dalla collocazione temporale dei relativi versamenti;
– 3 anni di contribuzione nei 5 anni anteriori alla data di presentazione della domanda.

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Dopo l’autorizzazione, i contributi volontari potranno essere pagati con accesso al servizio Versamenti volontari del Portale dei pagamenti Inps, tramite una delle seguenti modalità:
– online, tramite la modalità Pagamento online PagoPA;
– avviso di pagamento PagoPA, per il versamento dei contributi presso gli aderenti al circuito PagoPA (bar, edicole, ricevitorie, tabaccherie ecc.).
Ci sono precise tempistiche per i versamenti e l’Inps ricorda che quelli effettuati oltre i termini di scadenza sono nulli e rimborsabili. Quanto al calcolo dei contributi volontari per la pensione dipende dalla categoria di appartenenza del lavoratore (dipendente, autonomo, ecc.) e dalle specifiche regole previste per ciascun caso, ma per queste si invita a informarsi direttamente con l’Inps o con un patronato perché le aliquote cambiano di anno in anno.

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Ultimo Aggiornamento: 27/02/2025 17:49

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