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Trump-Zelensky: origini di una rivalità irrisolta tra politica, guerra e interessi geopolitici

Pubblicato: 01/03/2025 09:55

La relazione tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky è sempre stata segnata da tensioni, incomprensioni e scontri diretti. Dalla famosa telefonata del 2019, che portò al primo impeachment di Trump, fino alla gestione della guerra in Ucraina durante il suo secondo mandato presidenziale, il rapporto tra i due leader è stato caratterizzato da un misto di diffidenza e contrasti politici.
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Le origini dello scontro: la telefonata del 2019 e l’impeachment

La rivalità tra Trump e Zelensky affonda le radici nel primo mandato del leader repubblicano. Nel 2019, Trump tentò di usare il presidente ucraino per ottenere informazioni compromettenti su Joe Biden e suo figlio Hunter, coinvolto in affari in Ucraina attraverso la compagnia energetica Burisma. Con le elezioni americane del 2020 all’orizzonte, Trump cercò di spingere Zelensky ad avviare un’indagine su Biden, bloccando nel frattempo un pacchetto di aiuti militari destinato a Kiev.

L’operazione divenne un caso politico di risonanza internazionale quando un informatore della CIA denunciò il tentativo di Trump di usare il proprio potere per manipolare un governo straniero a fini politici interni. Il successivo impeachment, formalizzato dalla Camera dei Rappresentanti a dicembre 2019, si concluse senza una condanna in Senato, ma minò profondamente i rapporti tra Washington e Kiev.

Trump di nuovo alla Casa Bianca: un nuovo equilibrio con l’Ucraina?

Dopo la sconfitta alle elezioni del 2020 e il ritorno alla Casa Bianca nel 2024, Trump ha dovuto affrontare un panorama internazionale molto diverso da quello del suo primo mandato. L’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 ha trasformato il conflitto tra Kiev e Mosca in una questione centrale per la politica estera americana.

Se Joe Biden aveva puntato su un sostegno incondizionato all’Ucraina, fornendo miliardi di dollari in aiuti militari e diplomatici, Trump ha invece adottato una posizione più pragmatica, spesso critica nei confronti di Zelensky. Già durante la campagna elettorale, l’ex presidente aveva lasciato intendere che avrebbe ridotto il coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto, sottolineando che la guerra non sarebbe mai scoppiata se lui fosse stato alla Casa Bianca.

Nel suo secondo mandato, Trump ha rinegoziato il sostegno a Kiev, imponendo condizioni più rigide sugli aiuti militari e spingendo per una soluzione diplomatica che preveda concessioni territoriali a Mosca. Questo atteggiamento ha suscitato forti tensioni con Zelensky, che si è trovato in una posizione difficile: da un lato, la necessità di mantenere il sostegno americano; dall’altro, il rischio di dover accettare compromessi con la Russia per non perdere l’appoggio di Washington.

Un rapporto teso tra accuse e frecciate pubbliche

Le tensioni tra i due leader si sono manifestate apertamente più volte. Trump ha accusato Zelensky di essere il “più grande venditore della storia”, alludendo al fatto che ogni sua visita negli Stati Uniti si traducesse in richieste di miliardi di dollari in aiuti. Il presidente ucraino, dal canto suo, ha criticato la linea più morbida di Trump nei confronti di Vladimir Putin, temendo che un ridimensionamento del supporto americano possa favorire la Russia sul campo di battaglia.

L’ultimo scontro tra i due si è verificato durante un incontro alla Casa Bianca, in cui Trump avrebbe detto a Zelensky: “Senza le armi americane, la guerra sarebbe finita in due settimane”, sottolineando la dipendenza di Kiev dal supporto statunitense.

Le prospettive future: quale sarà il destino dell’Ucraina sotto la presidenza Trump?

Con un secondo mandato in corso, Trump sta ridefinendo il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto ucraino. Mentre l’Europa cerca di rafforzare il proprio impegno per Kiev, il leader repubblicano ha mostrato la volontà di limitare ulteriori aiuti, spingendo per una soluzione che possa chiudere il conflitto senza un’escalation diretta tra NATO e Russia.

Il destino dell’Ucraina dipenderà in gran parte dalle decisioni di Washington. Se Trump deciderà di ridurre drasticamente il supporto militare e finanziario, Zelensky potrebbe trovarsi costretto a negoziare con Mosca da una posizione di debolezza. D’altro canto, una rottura totale con Kiev potrebbe scatenare nuove tensioni all’interno dello stesso Partito Repubblicano, dove una parte della leadership continua a sostenere una linea dura contro la Russia.

Resta da vedere se il presidente ucraino riuscirà a mantenere un equilibrio tra la necessità di difendere il proprio Paese e la volontà di non alienarsi il principale alleato occidentale. Ciò che è certo è che la relazione tra Trump e Zelensky continuerà a essere una delle dinamiche più complesse della politica internazionale nei prossimi anni.

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Ultimo Aggiornamento: 01/03/2025 10:33

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