
La corsa agli armamenti accelera in Europa dopo le dichiarazioni anti Putin dei suoi leader a Londra. E i mercati finanziari ne risentono immediatamente. Le aziende produttrici di armi e sistemi di difesa registrano guadagni record, spinte dall’aumento della spesa militare deciso dai governi del continente.
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Aumento degli investimenti e crescita in borsa
In prima linea tra i beneficiari c’è l’italiana Leonardo, controllata al 30% dal Tesoro, che ha visto il proprio valore in borsa aumentare di oltre il 10% in un solo giorno, con una crescita del 107% nell’ultimo anno. Ancora più marcato il rialzo per la tedesca Rheinmetall, produttrice dei carri armati Leopard, che ha siglato un accordo con Leonardo per sviluppare un nuovo modello: il titolo del gruppo ha segnato un +11%, portando il guadagno annuale al 160%.
In forte crescita anche le altre aziende del settore: la britannica BAE Systems guadagna il 13% (+26% in un anno), la svedese Saab cresce del 9%, mentre la francese Thales registra un incremento dell’11% (+54% nell’ultimo anno).
Prospettive per la spesa militare
L’entità dell’incremento della spesa militare nei paesi europei è ancora incerta, ma le previsioni parlano di cifre colossali. Le industrie della difesa sono già sommerse di ordinativi e si stanno riorganizzando per soddisfare la domanda in crescita.
Se i budget per gli armamenti tornassero ai livelli della Guerra Fredda, i sette stati del G7 potrebbero arrivare a spendere 10.000 miliardi di euro nel prossimo decennio. Una prospettiva che alimenta ulteriormente le aspettative di crescita per il settore e attira sempre più investitori.