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Temu, tutta la verità: cosa compriamo, chi c’è davvero dietro, a chi vanno i soldi e dove finiscono. L’inchiesta di Milena Gabanelli

Pubblicato: 03/03/2025 15:30
Temu

Qual è il giro d’affari, reale, di Temu? Chi ci sta dietro? E cosa ci vende davvero? Questo neonato gigante dell’e-commerce vende online di tutto a prezzi stracciati, dai cosmetici all’elettronica, dall’abbigliamento ai mobili. Oltre 90 milioni di utenti solo in Europa, ogni giorno in totale 12 milioni di oggetti low cost vengono importati in Ue e nove volte su dieci arrivano dalla Cina; i prodotti low cost sono per lo più di aziende cinesi, i maggiori azionisti sono cinesi ma i guadagni finiscono alle Isole Vergini Britanniche e il gruppo ha la sua casa madre alle Isole Cayman. L’Europa ha alzato l’allerta e ha iniziato a indagare sul colosso cinese. Il risultato è un’accusa di non fare abbastanza per bloccare la vendita di prodotti illegali e pericolosi e un’azione esecutiva dell’antitrust Ue. La società cinese, dal canto suo, ha confermato “piena volontà a collaborare”. Ma facciamo un passo indietro e torniamo alle domande che ci siamo posti all’inizio di questo articolo. E scopriamo le risposte.
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Milena Gabanelli, nella sua Data Room del Corriere, ha svolto un’inchiesta con i suoi collaboratori per vederci chiaro, e capire come funziona Temu e chi c’è dietro questo giro d’affari miliardario. I giornalisti conducono diverse ricerche, su diversi prodotti e diversi ambiti, da quello tecnologico a quello sportivo passando per i giochi per bambini, e i risultati sono sempre gli stessi: informazioni nulle, garanzie fumose, produttori fantasmi. La sicurezza di chi acquista questi prodotti, quindi, è seriamente messa a rischio. Dopo aver condotto queste indagini, Gabanelli e i suoi collaboratori si concentrano sulle società che controllano il gruppo Temu. E cosa scoprono? “La capofila operativa si chiama PDD Holdings e nei documenti il quartier generale operativo («Address of principal executive offices») viene indicato a Dublino in Irlanda, ma la sede centrale è sempre stata a Shanghai, mentre quella legale e fiscale a Cayman“. Ma c’è qualcosa in più da capire.

Il fondatore di Temu e azionista di controllo si chiama Colin Zheng Huang, 45 anni, nazionalità e residenza cinese, ex ingegnere di Google. Spiega Gabanelli: “Mr Huang incassa sul suo conto corrente i guadagni provenienti dalla PDD di Cayman e li incanala su tre finanziarie (Walnut Street ltd, Walnut Management ltd, Steam Water ltd) e un trust di famiglia, tutti strategicamente domiciliati alle Isole Vergini Britanniche. Un articolato sistema che mette il denaro drenato dal gruppo al sicuro dalle tasse”. Un’altra chicca? Huang (45 anni), Zhang Yiming (41) e Xu Yangtian (41), i tre imprenditori cinesi tra i più ricchi al mondo e proprietari rispettivamente di Temu, TikTok e Shein, hanno domiciliato la gestione delle loro finanze nello stesso ufficio di una palazzina a due piani circondata da palme a pochi metri dalla spettacolare spiaggia di Seven Mile Beach a Cayman. La concluisione di GabanellI? “Temu vende prodotti per lo più di sconosciute aziende della provincia cinese che potrebbero anche essere illegali e contraffatti. Noi li acquistiamo attratti dal prezzo basso, alimentando così l’economia cinese e le finanze di mister Huang & C. nei paradisi fiscali, protetti dal governo inglese. A farne le spese le aziende tracciabili, che investono per produrre rispettando gli standard di qualità, pagano le tasse dove realizzano i profitti, e alle quali vengono sottratti i ricavi”.

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