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Mangia una conserva e rimane paralizzato da una tossina botulinica: prodotto ritirato in tutta Italia

Pubblicato: 05/03/2025 15:28
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Dopo un lungo ricovero di 57 giorni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Acireale, un uomo di 59 anni colpito da una grave intossicazione alimentare da tossina botulinica ha lasciato la struttura sanitaria. L’infezione aveva causato una severa sindrome paralizzante, compromettendo la muscolatura respiratoria e il sistema nervoso, rendendo necessaria l’intubazione e la ventilazione meccanica.
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Un lungo percorso di recupero

Il paziente, ricoverato all’inizio di gennaio, è stato sottoposto a una tracheostomia e ha iniziato un lungo percorso di recupero. Nel corso delle settimane ha mostrato graduali miglioramenti, riacquisendo dapprima il movimento delle palpebre e del collo e riuscendo a comunicare con il personale medico tramite un puntatore ottico. Recentemente ha recuperato una lieve mobilità di mani e piedi, segnando un ulteriore passo avanti verso la riabilitazione.

Indagini sull’origine dell’intossicazione

Parallelamente, il dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Catania, in collaborazione con altre Asp, la Regione, l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute, ha avviato un’indagine epidemiologica per individuare l’alimento responsabile dell’intossicazione. Le analisi hanno portato all’identificazione di una conserva vegetale, la cui commercializzazione è stata immediatamente bloccata su tutto il territorio nazionale per prevenire ulteriori casi.

Il trasferimento in un centro specializzato

Ora il paziente è stato trasferito in un centro riabilitativo specializzato, dove affronterà un percorso di recupero della durata stimata tra gli 8 e i 12 mesi.

“Siamo orgogliosi dei progressi compiuti dal paziente e continueremo a seguirlo nel suo percorso di recupero – ha dichiarato il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio -. Vogliamo ringraziare gli operatori per il lavoro svolto. Questo risultato conferma l’alto livello assistenziale garantito dalla struttura, che ha messo in campo tutte le risorse necessarie, umane, professionali e tecnologiche, per il trattamento e la cura del paziente. Salvaguardata anche la salute pubblica grazie alle indagini epidemiologiche condotte e ai provvedimenti assunti“.

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