
Tensione tra Roberto Vannacci e Forza Italia sul tema della transizione ecologica. Il generale in congedo, oggi europarlamentare della Lega, ha acceso la polemica pubblicando un post sui social in cui accusava gli azzurri di incoerenza per aver votato, nel 2022, a favore dello stop alle auto a benzina dal 2035.
La reazione di Forza Italia
L’affermazione di Vannacci ha fatto infuriare i vertici di Forza Italia, che hanno risposto con durezza: “Non abbiamo mai votato a favore dello stop delle auto a benzina. Vannacci mente sapendo di mentire. Ignoranza o malafede? Ma con Forza Italia casca male: noi, a differenza sua, siamo sempre stati coerenti nella difesa delle imprese”.
Il post è stato rapidamente eliminato dallo stesso Vannacci, ma la polemica era ormai esplosa.
Le scuse di Vannacci
Accortosi dell’errore, l’europarlamentare leghista ha fatto marcia indietro, ammettendo la svista e attribuendola al suo staff: “Sul mio profilo Facebook è stato pubblicato un post rimosso dopo pochissimo tempo. Si è trattato di un mero errore del mio staff, del quale tuttavia mi assumo ogni responsabilità. Sono stato fuorviato da un articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano l’8 giugno 2022″.

Vannacci ha poi sottolineato di non avere difficoltà ad ammettere gli errori: “Nel mondo al contrario difficilmente si ammettono gli errori commessi, ma visto che il mio mondo è quello dritto non ho alcuna difficoltà a farlo”.
FI chiede scuse a Tajani
La rettifica di Vannacci ha placato solo in parte gli animi. Il capogruppo di FI al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello, ha chiesto che l’europarlamentare leghista porga ufficialmente le sue scuse ad Antonio Tajani: “In un mondo dritto, come dice Vannacci, le scuse sono necessarie. Per noi, gli avversari del nostro Paese sono altrove, non nella nostra coalizione.”
Anche l’eurodeputato Salvatore De Meo ha ribadito che Forza Italia ha sempre votato contro il bando delle auto a benzina, smentendo con i dati ufficiali le accuse di Vannacci. Un incidente diplomatico chiuso a metà, che lascia intravedere nuove tensioni nella maggioranza.