
Colpo di scena durante l’audizione in Bicamerale. Giuseppe Calì racconta un dettaglio inedito: “Il boss vestiva molto bene e mi diede una bella mancia”. Poi, davanti alla foto dell’ex indagato Marco Accetti, esclama: “Sì, veniva anche lui”.
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De Pedis sotto casa di Mirella
Il caso Orlandi-Gregori prende una svolta inaspettata. Da mesi i membri della commissione parlamentare d‘inchiesta sospettavano che un testimone sapesse più di quanto aveva raccontato. Giuseppe Calì, ex barista del caffè “Da Baffo” in via Nomentana, aveva già parlato lo scorso luglio della scomparsa di Mirella Gregori, avvenuta nel maggio 1983. Il suo racconto, però, era apparso reticente. Per questo è stato riconvocato a Palazzo San Macuto.
Oggi, 6 marzo 2025, Calì ha rivelato un dettaglio sorprendente: “Nel bar ho visto Renatino De Pedis, ma all’epoca non sapevo chi fosse. Lo notai perché era vestito molto bene e aveva una bella macchina. Mi diede anche una bella mancia”.
L’incontro con Accetti
La rivelazione ha creato scompiglio tra i commissari. Ma un altro dettaglio ha acceso ancora di più il dibattito. Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle, ha chiesto di mostrare al testimone una foto di Marco Accetti, l’uomo che nel 2013 si autoaccusò del doppio rapimento Orlandi-Gregori.
“Riconosce quest’uomo?”, ha chiesto Ascari. Dopo qualche istante di esitazione, Calì ha risposto: “Sì, veniva nel bar”.
Un legame tra De Pedis e Accetti?
I commissari hanno ascoltato in silenzio. Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia) e Roberto Morassut (Partito Democratico) hanno compreso subito la portata delle dichiarazioni. La presenza del boss della Banda della Magliana sotto casa di Mirella e la frequentazione dello stesso bar da parte di Accetti aprono nuovi scenari nel caso.
L’incontro a Porta Pia
Le dichiarazioni di Calì rafforzano la versione di due ex indagati. La prima è Sabrina Minardi, ex amante di De Pedis, che raccontò il ruolo del boss nella vicenda. La seconda è proprio quella di Marco Accetti, che nei suoi interrogatori parlò di un incontro tra Mirella Gregori e De Pedis il 7 maggio 1983 a Porta Pia, davanti alla statua del Bersagliere.
Il possibile movente
Secondo il memoriale di Accetti, il rapimento di Mirella sarebbe stato parte di un ricatto contro Papa Giovanni Paolo II. L’obiettivo era spingere il Pontefice a restituire soldi della malavita finiti nelle casse dello IOR e a rivedere la sua politica anti-sovietica.
Un nuovo interrogativo su Sonia
Calì ha fornito un’ultima rivelazione importante: il giorno della scomparsa, Mirella passò dal bar e si incamminò verso Porta Pia, e non verso Villa Torlonia, come aveva raccontato Sonia De Vito, la sua migliore amica.
Possibile che Sonia abbia mentito per tutti questi anni? La sua versione ha indirizzato le indagini lontano da Porta Pia. Un errore o un tentativo deliberato di sviare le ricerche? Domande che restano aperte e che potrebbero portare a nuovi sviluppi nel caso.