
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha ribadito le critiche del suo partito alle proposte avanzate dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. In un’intervista a SkyTg24, Schlein ha spiegato: «Siamo favorevoli a una Difesa comune, ma contrari al riarmo dei 27 Stati membri. Si tratta di due concetti distinti, ed è fondamentale fare chiarezza». La segretaria ha continuato sottolineando che «oggi non esiste una compatibilità tra i sistemi di difesa dei vari Paesi europei, e manca la tanto necessaria interoperabilità».
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Schlein ha poi aggiunto che il PD sta lavorando con il gruppo dei socialisti e democratici per modificare le proposte di von der Leyen in modo che vadano nella direzione giusta, quella di una difesa comune che preveda «investimenti comuni e un debito comune», cosa che, a suo avviso, manca nel piano attuale. «È inaccettabile utilizzare i fondi di coesione per finanziare spese militari. Questo metterebbe a rischio le priorità fissate nel Next Generation EU, e sarebbe un errore grave lasciare indietro questi obiettivi», ha dichiarato.

Schlein ha concluso attaccando la premier Meloni: «È incomprensibile che non sappiamo quale sarà la posizione dell’Italia al vertice. Le opposizioni avevano chiesto di confrontarsi, ma non l’hanno fatto, perché all’interno della maggioranza ci sono divergenze».
In contrasto con la posizione del PD, il vicepremier Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha difeso il piano di riarmo europeo, sostenendo che non si tratta di fare la guerra, ma di garantire la sicurezza. «Dobbiamo raggiungere il 2% del PIL per rispettare gli impegni presi con la Nato. La sicurezza è un concetto ampio, non significa solo riarmarsi, ma avere gli strumenti necessari per proteggere i cittadini, sia da minacce esterne che interne», ha affermato Tajani. Ha anche aggiunto che la difesa è fondamentale per prevenire il terrorismo, proteggere le frontiere e garantire la sicurezza del Mediterraneo.

Salvini contro Macron
“Parlare di armi nucleari con 6mila testate nucleari in Russia e 6mila negli Stati Uniti… io penso che l’Europa sia culla di civiltà, l’Europa debba mediare, risolvere e unire. Penso che L’Europa debba essere un ponte. Nel momento in cui sia Trump che Zelensky dicono sediamoci, parliamo di pace, facciamo tacere i missili, garantendo una pace sicura e duratura, noi dovremmo accompagnare questo processo”. Così il vicepremier Matteo Salvini, a margine di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati in merito alle parole del presidente francese Macron.
“Altro paio di maniche aumentare i sistemi di difesa interni, sì – ha detto il segretario della Lega – se qualcuno mi dice se sono disposto a investire soldi sulle forze armate italiane, per pagare meglio e di più le nostre forze dell’ordine, per avere dispositivi di sicurezza interni sempre più efficienti? Si”, ribadisce, per poi concludere: “Io il futuro di mio figlio in mano a Macron e alle sue testate nucleari onestamente non ce lo metto”.