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Processo Saman Abbas: la testimonianza del fratello tra silenzi e tensione

Pubblicato: 06/03/2025 19:35

Nel processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pachistana uccisa a Novellara il 1° maggio 2021, è stato ascoltato come testimone chiave il fratello della vittima, Alì Heider. Il giovane, all’epoca minorenne e oggi 21enne, ha chiesto di poter deporre dietro un paravento per evitare il contatto visivo con i familiari imputati. Solo dopo aver terminato la sua testimonianza, ha dichiarato di voler vedere i genitori, condannati all’ergastolo in primo grado.
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Gli imputati e il peso della testimonianza di Heider

Nel banco degli imputati siedono il padre di Saman, Shabbar Abbas, e la madre, Nazia Shaeheen, oltre allo zio Danish Hasnain, condannato a 14 anni, e i due cugini della ragazza, assolti in primo grado ma ora nuovamente a rischio condanna proprio in virtù della testimonianza di Heider.

Durante la deposizione, il giovane ha ricostruito i momenti precedenti e successivi alla scomparsa della sorella, seppur con difficoltà e frequenti esitazioni. A un certo punto, l’udienza è stata interrotta a causa della forte tensione emotiva.

Il racconto della notte dell’omicidio

“Ho visto mio zio che prendeva mia sorella per il collo. L’ha afferrata da dietro e poi l’ha portata dietro le serre. Con lui c’erano anche i miei cugini, Noman e Ikram”, ha dichiarato Heider. Tuttavia, ha aggiunto di averli visti solo in volto, senza riconoscerli direttamente in aula: “Non li voglio vedere ora, non me la sento”.

Il testimone ha anche raccontato che suo padre gli avrebbe ordinato di rimanere in casa quella notte, per evitare le telecamere di sicurezza. Alla domanda del giudice sul perché non avesse mai chiesto ai genitori cosa fosse accaduto a Saman, Heider ha risposto: “Ho sempre avuto paura”.

Le immagini delle telecamere e il ruolo dello zio

Durante l’udienza è stato proiettato un video di 40 minuti, estratto dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola in cui lavoravano i familiari della vittima. Il filmato mostra i movimenti della famiglia nei giorni precedenti l’omicidio e il momento in cui lo zio di Saman viene ripreso con una pala in mano.

Il video ha un ruolo chiave nel processo, poiché potrebbe confermare la premeditazione del delitto e il coinvolgimento dei cugini. Tuttavia, il giudice ha deciso che saranno utilizzabili solo le immagini già esaminate nel processo di primo grado, escludendo grafiche aggiuntive o immagini inedite.

Un processo difficile per il fratello di Saman

L’avvocato di Heider, Angelo Russo, ha sottolineato lo stato emotivo del giovane: “Sta cercando di ricostruire quella notte, ma è un processo difficile. Non è sereno, e non è facile per lui accusare i propri familiari”.

Heider vive attualmente da solo in un motel e non vede i genitori dal giorno della loro partenza per il Pakistan, avvenuta subito dopo l’omicidio. La sua testimonianza, inizialmente esclusa in primo grado perché il giovane era indagato in un procedimento parallelo, è stata ora ritenuta ammissibile dopo l’archiviazione dell’inchiesta nei suoi confronti.

L’esito del processo dipenderà ora dall’interpretazione delle nuove dichiarazioni e delle prove già acquisite, mentre la giustizia continua a cercare risposte su uno dei casi di femminicidio più discussi degli ultimi anni in Italia.

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Ultimo Aggiornamento: 13/03/2025 13:14

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