
Una semplice nota disciplinare si è trasformata in un acceso dibattito politico e culturale. A Verona, nella scuola media dell’Educandato statale Agli Angeli, un ragazzo di 13 anni ha rifiutato di percorrere una scala decorata con i colori dell’arcobaleno, allestita per la Giornata contro l’omofobia. Il gesto ha provocato una serie di reazioni che hanno coinvolto la scuola, i genitori e il mondo politico.
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La sanzione e la polemica sulla libertà di espressione
L’istituto ha sanzionato lo studente con una nota disciplinare, motivata ufficialmente da ragioni di sicurezza. Tuttavia, la decisione ha innescato un dibattito acceso, con molti che vedono nella punizione un attacco alla libertà di espressione.
Cruciani: “Uno studente tredicenne contrario ai valori LGBT non sale su una scala dipinta color arcobaleno e si aggrappa alla ringhiera.
— La Zanzara (@LaZanzaraR24) March 5, 2025
La scuola dice di averlo punito per questioni di sicurezza. NON PUNITE UN RAGAZZINO CHE APPLICA LA SUA LIBERTÀ DI PENSIERO!”@giucruciani
Il caso è stato commentato anche da Giuseppe Cruciani nel suo editoriale a La Zanzara: “Succedono cose strane in Italia. Uno studente tredicenne, contrario ai valori LGBT, non sale su una scala color arcobaleno e si aggrappa alla ringhiera pur di non calpestarla”. Il giornalista ha criticato la scuola per la sanzione, ritenendola una punizione per il pensiero del ragazzo: “La scuola dice di averlo punito per questioni di sicurezza. Non punite un ragazzino che applica la sua libertà di pensiero! Lasciatelo perdere, non vuole salire su quella scala. Che venga premiato questo ragazzino”.
L’intervento del padre: “Mio figlio tacciato di omofobia”
Anche il padre dello studente ha espresso il suo dissenso, riferendo al Corriere della Sera che durante un incontro il preside avrebbe definito il ragazzo omofobo. “Di fronte a questa dichiarazione siamo rimasti senza parole”, ha dichiarato. “Se un ragazzino di 13 anni non condivide un’idea, avrà pur diritto di esprimersi. Per questo non credo debba essere sanzionato”. La polemica continua a dividere l’opinione pubblica tra chi difende la libertà individuale del ragazzo e chi sottolinea l’importanza di promuovere il rispetto e l’inclusione nelle scuole.