
Fratelli d’Italia intensifica il pressing su Ursula von der Leyen e la Commissione Europea in vista del voto sulla risoluzione per la difesa europea. Il partito di Giorgia Meloni ha presentato un emendamento per modificare il titolo del piano proposto dalla presidente della Commissione.
Il partito di maggioranza italiano chiede di sostituire l’attuale “ReArm Europe” con “Defend Europe“. Una modifica che, secondo i promotori, non è solo un dettaglio linguistico, ma un messaggio politico e culturale di grande rilevanza.
L’emendamento: evitare un messaggio fuorviante
L’emendamento, presentato al paragrafo 66 del testo in discussione, sostiene che il titolo “ReArm Europe” rischia di essere “fuorviante e troppo restrittivo” rispetto agli obiettivi del piano, che non si limitano al potenziamento della capacità militare, ma includono la difesa in senso più ampio.
Per questo, FdI chiede di rinominarlo “Defend Europe“. A spiegare la posizione del partito sono stati Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Elena Donazzan, vicepresidente della Commissione Industria, e Alberico Gambino, vicepresidente delle Commissioni Sicurezza e Difesa.
Un piano per la sicurezza a 360 gradi
FdI sottolinea che la difesa europea non deve riguardare solo l’aumento della capacità militare, ma anche la protezione da minacce ibride come la cybersicurezza, la tutela delle infrastrutture critiche nel settore energetico e delle comunicazioni. “Difenderci al meglio in questi ambiti significa proteggere le libertà fondamentali di ogni cittadino europeo”, hanno dichiarato gli esponenti del partito.

Il nodo delle risorse e il rapporto con gli USA
Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI e co-presidente del gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo, ha evidenziato alcune criticità del piano, tra cui la mancanza di chiarezza sulle fonti di finanziamento e sulla sua programmazione a lungo termine. Inoltre, ha respinto l’idea che “ReArm Europe” sia una reazione all’atteggiamento di Donald Trump o un gesto di concessione verso gli Stati Uniti.
“Investire in difesa e sicurezza è un atto di dignità per le nostre nazioni e di rispetto per i nostri alleati”, ha dichiarato Procaccini. “Non chiamiamolo ReArm Eu, ma Defend Eu, perché la pace e la libertà vanno difese. E la difesa non si fa solo con le armi, ma anche con infrastrutture strategiche, materie prime, sistemi di comunicazione e innovazioni tecnologiche“.
Il richiamo all’ipocrisia europea
Procaccini ha poi criticato l’atteggiamento dell’Unione Europea nei confronti degli Stati Uniti, ricordando che già Obama e Biden avevano chiesto all’Europa di non scaricare il peso della difesa comune sugli americani. “La risposta dell’U è stata il Green Deal, dazi sulle auto americane e arroganti lezioni morali a chi garantiva la nostra sicurezza”, ha accusato il politico di FdI.
Infine, ha puntato il dito contro le importazioni europee di gas liquido dalla Russia, che secondo lui finanziano indirettamente l’arsenale di Putin. “Trump ha ragione quando dice che l’Ue ha dato più soldi a Putin che a Zelensky“, ha concluso. “E poi pretende che siano gli Stati Uniti a proteggere l’Ucraina. Una difesa europea sganciata dalla Nato e dagli Usa è inimmaginabile“.