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Militare ucraino salva un giovane accoltellato a Venezia: “Sarebbe morto in 10 minuti”

Pubblicato: 11/03/2025 18:20

Un uomo ferito a terra, una coltellata che ha sfiorato l’arteria femorale, il sangue che scorre veloce. Yanis Tereshchenko, militare ucraino, non ci ha pensato un attimo. Ha aperto lo zaino, ha tirato fuori il suo kit di emergenza e ha fermato l’emorragia. Senza il suo intervento, il giovane accoltellato non ce l’avrebbe fatta.
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La rissa e l’accoltellamento

Lunedì pomeriggio, nel cuore di Venezia, due giovani hanno litigato in Salizada San Canzian, tra Ponte dei Giocattoli e Campo dei Miracoli. Uno di loro ha tirato fuori un coltello a serramanico e ha colpito più volte il coetaneo, ferendolo gravemente alla coscia.

Proprio in quel momento, Tereshchenko stava passando di lì. Si trova in Italia per qualche giorno di vacanza, come molti suoi connazionali. Ma la sua preparazione gli ha permesso di fare la differenza.

“Ho imparato il primo soccorso a scuola”

Il militare 32enne non è solo un soldato. Prima della guerra insegnava storia in una scuola di Kiev. “Ho studiato il primo soccorso da insegnante”, racconta. “In Ucraina lo impariamo fin da ragazzi. Poi, al fronte, ho migliorato le mie competenze. Ogni secondo conta, sapevo cosa fare”.

“Poteva morire in 10 minuti”

La ferita era grave. “Se nessuno fosse intervenuto subito, il ragazzo sarebbe morto in meno di 10 minuti“, spiega. “Anche con un’ambulanza veloce, senza un primo soccorso immediato non avrebbe avuto scampo”.

Troppe persone perdono la vita per mancanza di conoscenze mediche. “Basterebbe poco per salvare tante vite“, dice il militare. In Ucraina, tanti civili seguono corsi di medicina tattica per affrontare gli attacchi russi. “Dobbiamo essere sempre pronti“.

“Le droghe rovinano la società”

Secondo le prime ipotesi, l’accoltellamento potrebbe essere legato allo spaccio. “È triste”, commenta Tereshchenko. “Non soffrono solo quelli che fanno uso di droghe, ma anche chi gli sta vicino. Non possiamo tollerarlo“.

Non sa chi sia il giovane ferito, ma gli manda un messaggio: “Spero che questa esperienza gli serva per cambiare vita“.

“Venezia resta una città meravigliosa”

La violenza non ha cambiato la sua opinione. “Venezia è uno dei posti più belli del mondo“, dice il militare. “In un certo senso, sono contento di aver lasciato un segno, anche se piccolo, ma positivo”.

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