
Pier Luigi Bersani non usa giri di parole. Ospite di Dimartedì su La7, commenta con sarcasmo la posizione di Giorgia Meloni sul piano europeo di riarmo proposto da Ursula von der Leyen.
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Le parole di Bersani
“Meloni dice che la parola riarmo non è la parola adatta? Chiamiamolo Ugo”. L’ex segretario del PD mette in dubbio la logica del piano. Secondo lui, l’Unione Europea continua a comprare armi dagli Stati Uniti per il 60%. Inoltre, esistono già diversi progetti paralleli per la produzione di caccia di sesta generazione, ma senza una visione unitaria.
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“Abbiamo un progetto con inglesi e giapponesi. Un altro tra tedeschi, francesi e spagnoli. La Svezia lavora con il Brasile. Noi pensiamo davvero di fare deterrenza in questo modo?”
La proposta di Bersani: difesa comune europea
Bersani propone un’alternativa. Per lui, serve un gesto politico forte, come quello che portò al Trattato di Parigi del 1951 e alla nascita della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). “Sei o sette paesi dovrebbero dire al mondo: ‘Noi ci vincoliamo a un progetto di difesa comune’. Questo farebbe molto più effetto, altro che riarmo”.
La critica a Meloni e alla destra
Bersani attacca Meloni e la destra italiana, ricordando il loro sostegno a Donald Trump. “È al limite del masochismo, del tafazzismo, della sindrome di Stoccolma. Possiamo solo prenderci colossali guai da questa situazione, non solo per l’Ucraina, ma anche a livello economico”.
L’ex ministro critica l’atteggiamento dell’Italia nei rapporti con l’Europa e con gli Stati Uniti. “Non possiamo stare in mezzo all’Atlantico senza sapere dove andare. L’Italia è un paese fondatore dell’Europa”.
Poi l’affondo finale su Meloni: “Non può dire che prima di un vertice europeo vuole sapere il formato della riunione, chi è a tavola e com’è la tavola. Dovremmo essere noi a decidere il formato e la tavola”.