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Garlasco, Vittorio Feltri: “Alberto Stasi è sempre stato innocente, vi spiego perché”

Pubblicato: 13/03/2025 22:34

«Sono sorpreso, quasi commosso. Non ci speravo più». Vittorio Feltri ha sempre sostenuto l’innocenza di Alberto Stasi. «Evidentemente, i fatti mi stanno dando ragione, anche se con un ritardo che non mi aspettavo. Ma come si suol dire, meglio tardi che mai», ha dichiarato oggi a Libero. Secondo Feltri, Stasi ha subito un’ingiustizia «palese, per me evidente fin dall’inizio. E aggiungo che sedici anni sono un’eternità per un ragazzo che ha perso in carcere gli anni migliori della sua vita».
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Giudici e giornalisti
Nel colloquio con Simona Bertuzzi, Feltri esprime un’aspra critica verso i magistrati, ma ancor più verso i giornalisti. «Le indagini e le conclusioni tratte erano chiaramente errate. L’ho capito subito che quel ragazzo non c’entrava nulla. Poi, di fronte alla condanna, mi sono arreso». Riguardo alle prove, Feltri è convinto che non ce ne fossero «nessuna valida e concreta. I pedali della bicicletta, le scarpe da ginnastica, il fatto che Chiara avesse aperto la porta all’aggressore: per tutti era evidente che fosse stato Alberto. Ma non c’era né l’arma del delitto né un movente. Anche la storia del materiale pornografico è subito caduta. E poi, gli orari, mi scusi. Stasi non avrebbe potuto uccidere Chiara Poggi semplicemente perché, nell’ora in cui lei veniva uccisa, lui era a casa a lavorare alla sua tesi di laurea. Sul suo computer c’era la memoria di tutto ciò che faceva. Come è possibile che non sia emerso?».

Prove e sospetti ingigantiti
Feltri sottolinea che quelle che venivano definite prove inconfutabili «erano solo indizi e sospetti ingigantiti dai media, affamati di un mostro da esibire in prima pagina. Stasi sembrava il colpevole perfetto: educato, perbene, mai un comportamento sopra le righe. La gente ama questo tipo di storie, dove il colpevole è un ragazzo tranquillo che perde il controllo e uccide la sua fidanzata. Ne ricavano un certo piacere». Parlando poi di un «cumulo di sciocchezze fatte sulla pelle di un giovane che non meritava alcuna punizione», aggiunge che nessuna indagine è stata fatta nell’ambito lavorativo di Chiara, «magari un innamorato deluso, un collega arrabbiato…».

Andrea Sempio
Sull’ipotesi di Andrea Sempio, Feltri resta cauto: «Bisogna essere molto cauti, soprattutto alla luce di quanto successo in passato. Non lo conosco e non ho seguito nel dettaglio la vicenda che lo ha coinvolto. Il mio pensiero va solo a Alberto, che ha passato 14 anni in carcere da innocente». Con Stasi, Feltri è diventato amico: «Non l’ho mai abbandonato, nemmeno un momento. L’ho incontrato la settimana scorsa e l’ho sentito due giorni fa. È un carissimo amico, un ragazzo intelligente, laureato alla Bocconi, e ha un buon lavoro da contabile. Esce dal carcere la mattina e vi rientra la sera». Come lo ha trovato? «Un ragazzo sereno. Ma gli hanno rovinato la vita».

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Ultimo Aggiornamento: 18/03/2025 13:17

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