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L’Ucraina ha presentato le sue tre condizioni per la pace con la Russia: ecco quali sono

Pubblicato: 17/03/2025 17:55

Alla vigilia dell’attesa conversazione tra Donald Trump e Vladimir Putin su un possibile cessate il fuoco in Ucraina, il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha delineato tre condizioni fondamentali per eventuali negoziati con Mosca.

In un’intervista rilasciata oggi, Sybiha ha chiarito che, sebbene Kiev rifiuti il concetto di “linee rosse”, esistono principi imprescindibili. “Ci sono elementi fondamentali che non possono essere messi in discussione”, ha dichiarato. Il primo, e più importante, è il rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il ministro ha ribadito che il governo di Kiev non riconoscerà mai le annessioni russe, una posizione già sottolineata dal presidente Volodymyr Zelensky il 12 marzo.

Il secondo punto riguarda la libertà dell’Ucraina di scegliere le proprie alleanze internazionali. Sybiha ha sottolineato che nessuna nazione può impedire a Kiev di aderire alla NATO e all’Unione Europea. L’Ucraina ha ufficialmente richiesto l’ingresso nell’Alleanza Atlantica nel settembre 2022 e, nel 2024, la NATO ha confermato l’irreversibilità di questo percorso, sebbene non abbia ancora formalizzato un invito ufficiale.

Infine, il ministro ha affermato che la capacità difensiva di Kiev non può essere oggetto di limitazioni. “La Russia deve essere ritenuta responsabile. Questi sono tutti elementi di una pace duratura”, ha dichiarato.

Oltre alla posizione di Mosca, le dichiarazioni di Sybiha devono confrontarsi anche con la linea di Trump: Washington ha recentemente sottolineato la necessità di un compromesso, ritenendo “irrealistico” il ripristino dei confini pre-2014. Al momento, circa il 20% del territorio ucraino è sotto il controllo russo, con continue segnalazioni di repressioni e deportazioni forzate.

Nel frattempo, il 13 marzo, il Cremlino ha espresso apertura a una tregua di 30 giorni proposta dagli Stati Uniti, ma con precise condizioni: Kiev dovrebbe sospendere la mobilitazione, l’addestramento militare e l’accettazione di aiuti stranieri. Una richiesta che, secondo molti analisti, potrebbe lasciare l’Ucraina vulnerabile a future offensive.

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